Il Renato Curi: lo stadio dei 3 mesi

Ripercorriamo la storia dell'impianto che ospita le gare del Perugia

Luca Neri
27/10/2015
Approfondimenti
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Correva l'anno 1975. Il Perugia ottiene una storica promozione in Serie A e lo Stadio Santa Giuliana diventa insufficiente per la nuova categoria. In fretta e furia viene progettato il "Comunale di Pian di Massiano":

i lavori iniziano d'estate e già in autunno l'impianto è pronto per il campionato, grazie all'utilizzo anche di numerosi materiali prefabbricati. Inizialmente era macante di una curva ed aveva dunque una insolita forma ad "U".

Nel 1977 avviene il fattaccio: Renato Curi, centrocampista degli umbri, ha un arresto cardiaco durante il match casalingo contro la Juventus e scompare prematuramente. Da quel giorno lo stadio porterà il suo nome.

Dagli anni novanta lo stadio ha subito tantissimi lavori di restyling, tra cui la tinteggiatura di tutti i seggiolini dell'impianto di colore rosso, fatta eccezione per quelli bianchi che compongono la scritta "AC Perugia" e "R Curi".

Oggi il Curi è la culla del Perugia, con 23.000 posti a sedere. Per ben sei volte ha ospitato la nazionale italiana. 

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