Lo schiaffo di Nicola Murru

Il terzino cagliaritano protagonista in positivo contro il Trapani: il talentuoso classe 1994 va sostenuto con convinzione

Davide Zedda
26/10/2015
Approfondimenti
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Nessuno è profeta in patria, così narra l'antico detto. Nel Cagliari che non vuole rinunciare al suo essere identitario, gioca un ragazzo che, a detta dei maggiori osservatori europei, rappresenta una delle più importanti promesse del calcio internazionale. Un giovane nato a Cagliari nel 1994 che a dicembre compirà 21 anni. Si chiama Nicola Murru. Prodotto del vivaio rossoblù, pilastro della nazionale Under 21, uno che alla faccia della carta d'identità ha già collezionato ben 44 presenze in Serie A.

Numeri, che se sei un "bidone", come troppo in fretta si fa ad urlargli contro, non puoi certo vantare.

Vallo a spiegare ai tanti, troppi "intenditori" di calcio che frequentano stadio, TV, streaming pirata, dirette web e radiofoniche. Per questi, i numeri non raccontano nulla: "Gioco meglio io".

Intorno alla figura, ed in primis alla persona Nicola Murru, ruotano una serie di pregiudizi tecnici e giudizi sbagliati, spesso viziati da "analisi" da bar, capaci in poco tempo di generare un clima negativo intorno al ragazzo. Il tutto contro il bene del Cagliari e del calciatore.

Bene fa la società a credere in Murru. Bene hanno fatto gli allenatori che hanno creduto in lui, bene fa Rastelli a spronarlo.

Sì, perché nella stagione del riscatto che il Cagliari ha da poche giornate iniziato, non solo è necessaria unità di intenti, ma ora più che mai è fondamentale stringersi alla squadra - seppur anche con spirito critico - senza tuttavia creare mostri, o peggio, capri espiatori.

Giusto per fare un esempio, a Terni non si è persa la vittoria all'ultimo respiro a causa di un fallo (certamente evitabile) di Murru, ma piuttosto ed in maniera evidente, per la gestione complessiva di quei secondi finali in cui la squadra (tutta) risultò molle, deconcentrata ed infine immobile sul calcio di punizione che ha infine inchiodato il risultato sul punteggio di 1-1.

Nel calcio si vince, si perde e si pareggia in undici. È questa suona molto più come una verità piuttosto che un semplice detto, uno slogan o una frase fatta.

Come tutti i giovani, Murru ha degli alti e bassi, così come poi li hanno anche i meno giovani. Non è questione di età, piuttosto di mentalità, condizione atletica, convinzione, nonché piena consapevolezza nei propri mezzi. Si chiama processo di maturazione. Un processo di maturazione che evolve al meglio e si velocizza, nel momento in cui si fa di tutto per aiutare, sostenere e sospingere il "soggetto in causa".

Sabato, il buon Nicola ha disputato una gara di spessore e personalità, lasciando in silenzio e in disparte (e dando loro un metaforico ma sonoro ceffone "a manu prena") i soliti denigratori a prescindere. Si è poi meritato logicamente un buon voto in pagella e gli elogi di Mister Rastelli a fine gara.

Spessore e personalità, dunque. Per un ragazzo di 21 anni sono davvero tanta roba. Partendo da un presupposto: il talentuoso terzino rossoblù può soltanto migliorare.

Facciamo in modo che Nicola Murru sia al più presto un importante profeta in patria, ed evitiamo che possa risuonare in futuro la triste frase "Ho lasciato il Cagliari perché non mi sentivo a casa mia".

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