"Per me si va nella città dolente...". È solo la prima frase presente all'ingresso dell'inferno Dantesco, quell'inferno a cui può essere tranquillamente paragonata la Serie B che attende il Cagliari.
Il tempo delle domeniche paradisiache trascorse tra Juventus Stadium e San Siro è finito, ora si passerà da un putiferio ad un altro, da caldissimi ambienti di provincia ad altri con un passato glorioso ed una voglia matta di tornare agli anni che furono.
La prova si è avuta nel match di avantieri sera, quando l'apparentemente innocuo Stadio Polisportivo Provinciale di Trapani, ospitante appena 7750 persone, si è trasformato in una vera e propria bolgia, dando l'impressione che i presenti fossero il triplo, caricando a mille la compagine siciliana e facendo di conseguenza tremare le gambe ai rossoblù.
Rastelli, alla vigilia della gara, aveva ammonito tutti che la partita col Trapani sarebbe stato un assaggio di ciò che attenderà il Cagliari quest'anno e, se così sarà, i sardi dovranno stare molto attenti e dovranno cominciare ogni match col coltello tra i denti, perché la B non è cosa per femminucce.
Aggiungiamo il fatto che i rossoblù saranno la "Juve della B" e dunque ogni squadra cercherà la partita della vita col Cagliari, allora la strada non sarà affatto semplice.
L'antipasto l'ha servito il Trapani, il resto lo porterà a tavola il tempo. Benvenuti in Serie B, la categoria dei cattivi, "lasciate ogni speranza voi ch'intrate".