La storia di San Marco da Pisa: i tre miracoli di una sera di Ferragosto

L’analisi del match di Coppa Italia Trapani-Cagliari e la dedica per il portiere rossoblù

Marco Zucca
16/08/2015
Approfondimenti
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Sapevamo che il Cagliari avrebbe dovuto faticare, nella serata di Ferragosto, per regalare dalla Sicilia un sorriso ai propri tifosi. Ce l’ha fatta, ma soltanto dopo i tanto temuti calci di rigore e dopo che uno scrittore ha deciso, a distanza di sette anni, di proseguire una storia rimasta incompleta: quella di San Marco da Pisa.

Lo stadio era gremito, i supporters del Trapani fremevano, insieme ai propri beniamini desiderosi di eliminare i rossoblù dalla Coppa Italia, in un anticipo di quello che sarà l’impegnativo campionato di B. Ma colui il quale fino a pochi mesi fa aveva ricoperto il ruolo di vice Buffon nella Juventus era sicuro: avrebbe portato a casa il risultato, in un modo o nell’altro.

Dopo il primo tempo, nessuno avrebbe gridato allo scandalo se la compagine guidata da mister Rastelli e con un Deiola in gran spolvero fosse andata negli spogliatoi con un bottino ben superiore rispetto al misero gol in saccoccia. Troppo poco. E infatti la seconda frazione è stata ricca di pathos: il Trapani ha cominciato ad uscire dal guscio attaccando a ritmi intensi, il Cagliari si è difeso con le unghie e con i denti ma un rigore alquanto dubbio non ha lasciato scampo a Storari: 1-1 e tutto da rifare. All’ultimo secondo ancora il portierone è stato determinante per condurre la gara ai supplementari.

Senza più forze, negli ulteriori 30 minuti la lucidità è diminuita considerevolmente, lasciando spazio al nervosismo: risultato, Barella cacciato dalla panchina e Munari dal terreno di gioco. Ma, poco prima, ancora il buon Marco diveniva sempre più punto di riferimento, neutralizzando il secondo penalty concesso ai siciliani. Si andava ai calci di rigore.
Qui lo scrittore si bloccava, rifletteva per un momento e decideva di affidare le ultime appassionanti righe al protagonista, un certo San Marco da Pisa. Lui, di moglie siciliana e dunque particolarmente coinvolto nella sfida, subiva senza batter ciglio il primo dei cinque rigori. Ma aveva fretta di chiudere i conti, ed allora sbarrava la porta prima a Raffaello, poi a Coronado, e spianava la strada al successo del Cagliari. Secondo e terzo miracolo compiuti.

Se Marcone, come lo chiamavano affettuosamente a Torino, fosse stato in Sardegna anche lo scorso anno, siamo sicuri avrebbe regalato la salvezza, ribadendo l’impresa del 2007/2008. Ma è arrivato quest’estate, meglio tardi che mai, potremmo osservare, scegliendo di rimettersi in gioco con entusiasmo e divenendo un esempio per tutti.

Ci auguriamo che questo spirito continui ad accompagnarlo per tutto il campionato: se le premesse sono queste, il libro dei miracoli di San Marco da Pisa è soltanto al primo capitolo.

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