Ogni anno puntuale e ripetitivo si presenta un annoso problema per le società calcistiche italiane. Una rosa smisurata ed antieconomica di giocatori a disposizione, che per vari motivi non rientrano più nei piani per il prossimo campionato fa capolinea ai nastri di partenza.
Si parte da giocatori che pur essendo sotto contratto hanno evidenziato limiti anagrafici; troppo “esperti” ma poco funzionali oppure troppo giovani quindi desiderosi e meritevoli di maturare ulteriore esperienza in altre piazze minori. La pletora di “esuberi” si infarcisce inoltre di coloro che, persa la massima categoria non hanno nessuna intenzione di misurarsi con un torneo al di sotto delle loro possibilità.
Tale difficoltà in casa Cagliari è stata agevolmente superata nelle prime battute di calciomercato. Chiarita la posizione di coloro che hanno visto scadere il proprio contratto non senza qualche dispiacere, si è passati verso una serie di cessioni di coloro che per forza di cose erano arrivati alla fine della loro esperienza isolana. Risolte le vecchie pratiche di Nainggolan e Astori, si è monetizzato attraverso gli addii di Rossettini, Avelar e Ekdal, inoltre la risoluzione anticipata dei vari prestiti biennali ha lasciato liberi giocatori che probabilmente non sentivano realmente loro la causa rossoblù.
Un buon bottino derivante dalle vendite è servito di fatto per costruire una rosa giusta nei numeri, costituita da giocatori quasi mai arrivati con la formula del prestito, fortemente voluti da mister Rastelli. Un’idea chiara e precisa che fa notare come la dirigenza rossoblù abbia fatto tesoro degli errori del recente passato, lasciando poco spazio all’incertezza e all’improvvisazione.
La B, come oramai ripetuto allo sfinimento, è un campionato che necessita di una rosa ampia e completa in tutti i reparti, che contempli interpreti votati unicamente al raggiungimento dell’obiettivo chiamato Serie A.
Errare è umano, ma quest’anno Giulini e company sembrano fortemente determinati nel commetterne il meno possibile.