Nella continua diatriba su quali giocatori fossero voluti o meno da Zeman al momento della costruzione della squadra, Marco Capuano rientra nel novero di coloro che senza se e senza ma sono stati scelti dal tecnico boemo.
Eppure sotto l’egida del neo tecnico del Lugano, il difensore mancino classe ’91, già con Zeman ai tempi del Pescara dei miracoli, ha stentato e non poco nel trovare una maglia da titolare, venendo spesso e volentieri sopravanzato da Ceppitelli e Benedetti.
L’arrivo di Zola invece ha portato Capuano ad indossare per ben 8 gare su 10 della gestione del tecnico di Oliena, una maglia da titolare al centro della difesa. Nonostante l’andamento della squadra non fosse dei migliori per usare un eufemismo, Capuano ha fornito buone prestazioni soprattutto in occasione delle vittorie illusorie con Cesena e Sassuolo, caratterizzate da un buon tempismo e un mancino discretamente educato. Il ritorno di Zeman e la gestione Festa hanno rispedito tuttavia il numero 33 con costanza in panchina, salvo poi essere impiegato eslusivamente nell’ininfluente vittoria contro il Cesena a retrocessione già sancita. In una squadra ricca di esordienti e con poche sicurezze nel corso di tutto il campionato, Capuano ha provato con impegno nell’impresa di dare il proprio contributo per la causa rossoblù, rispondendo presente quando è stato chiamato in causa.
La difesa cosi come l’attacco sono stati i reparti maggiormente e non a torto criticati, ma le responsabilità non sono da imputare esclusivamente ai singoli; nella stagione che verrà, è auspicabile un impiego costante, in modo che possa esibire con continuità le proprie doti.
Difensore da confermare, in virtù di quanto fatto vedere nel campionato cadetto con la maglia del Pescara.
Voto alla stagione: 6.