Massimo Rastelli, sabato mattina, presso la sala stampa allestita nell'Hotel Regina Margherita di Cagliari, si è presentato, scortato da Tommaso Giulini e da Stefano Capozucca, ai numerosi giornalisti. Insieme al nuovo allenatore del Cagliari, in prima fila, anche lo staff tecnico di fiducia che lo seguirà nell'avventura in Sardegna: il vice-allenatore Dario Rossi, il preparatore del portiere David Dei e il preparatore atletico Fabio Esposito.
Reduce dal triennio con l'Avellino (promozione in serie B, Supercoppa di Lega Pro e serie A sfiorata in un due circostanze), Rastelli ha dimostrato di non avere peli sulla lingua, consapevole delle proprie capacità e della possibilità di conquistare l'immediata promozione perché, come lo stesso tecnico ha detto, si considera una prima scelta, un vincente. E soprattutto, da buon campano, possiede il dono della cazzimma: cinismo, tenacia e scaltrezza, che l'hanno portato a raggiungere traguardi importanti in questi primi sei anni di carriera da allenatore.
La piazza cagliaritana, come confermato dal tecnico di Torre del Greco, è esigente, proprio come quella di Castellamare di Stabia che lo accolse nella sua prima esperienza in panchina. Per Rastelli è necessario un mix personalità, qualità e fame di vittoria, perché solo così si può centrare l'obbiettivo del salto di categoria. Quello che lui, con le Vespe e il club irpino, ha conquistato. Per questo, senza timore, si definisce l'uomo giusto per la risalita del Cagliari, perché Giulini l'ha contattato per il suo curriculum di tutto rispetto.
E allora, dal prossimo 12 luglio, quando l'intera rosa (o quasi) per la stagione 2015-2016 si incontrerà nel centro sportivo di Asseminello, Rastelli getterà le basi sul campo ma non solo, anche attraverso colloqui di gruppo e individuali, perché c'è la necessità di trasmettere la beata cazzimma a tutta la squadra per portare avanti il nuovo progetto.
“La proposta del Cagliari è irrinunciabile, il massimo che potesse capitarmi. Rappresentiamo una regione intera, una maglia pesante e gloriosa”.
Sia ora dato spazio alla concretezza e si costruisca una grande squadra: che la bandiera dei quattro mori ritorni a sollevarsi nel cielo, e che questo si tinga di rossoblù.