Le due facce di Diego

Il brasiliano abbina ad una buona tecnica una grande alternanza nelle prestazioni

Marco Castoni
15/05/2015
Approfondimenti
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Voluto fortemente dal Zeman in quanto perfetto per il proprio credo tattico, il brasiliano non aveva mai avuto la chance di giocare in massima serie. Un’ala adatta esclusivamente al 4-3-3, inutilizzabile in qualsiasi altro modulo, la critica che ripetitiva è andata ad affermarsi prima con Zola e poi con Festa. Invece la duttilità del brasiliano ha sorpreso un po’ tutti, forse non i più attenti che riconoscevano nelle corde del brasiliano una tecnica superiore, la quale non sempre faceva il paio con una buona personalità.

Adattabile al ruolo di trequartista dietro un’unica punta, il brasiliano sembra poter essere una seconda punta di tutto rispetto; tale ruolo rende Farias, sgravato da eccessivi compiti di copertura, più lucido sia in fase di suggerimento, che in fase di realizzazione.

Ad inizio stagione il brasiliano era specializzato nel gettare al vento le occasioni nitide che spesso lo vedevano a tu per tu con i portieri avversari, ora la fase realizzativa non è più un tabù, come dimostrano i goal siglati durante le ultime partite.

L’arrivo di Festa e la classifica oramai che condannava e continua a condannare i rossoblù alla B, ha tolto diversi pesi dalle gambe e dalle teste di molti giocatori, responsabilizzando coloro che per troppo tempo avevano guardato impotenti l’evolversi degli eventi.

Cop, M’poku e Farias formano un tridente che con una buona dose di amalgama ha tutti i numeri per poter garantire goal e costanza, tuttavia resta il rammarico di non averli visti all’opera dall’inizio del campionato.

Appare molto difficile la conferma di tutti e tre per l’anno che verrà, ma alla ricerca di coloro che potranno essere investiti di un ruolo importante nell’immediata risalita, siamo certi che Diego Farias risponderà presente.

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