La fortuna si sa aiuta gli audaci, ma quest’anno il Cagliari non è stato audace ne tantomeno fortunato. Goal all’ultimo minuto, Pinilla che inaugura la sagra della rovesciata togliendo quei punti che terrebbero aperta la lotta salvezza fino alla fine e, vedi Genova ma non solo, pali, traverse e goal divorati per pochi centimetri a ripetizione. In diverse partite la squadra rossoblù, indipendentemente da chi sedeva in panchina, non è onestamente scesa in campo, rinunciando a giocare, senza alcun nerbo o quantomeno la voglia necessaria per evitare sconfitte che avrebbero regalato morale e qualche punticino in più.
Nella partita contro il derelitto Parma, prima un goal sugli sviluppi di un corner, una rarità, grazie all’aiuto di un Ceppitelli ancora incapace di trovare la prima marcatura in A, poi Farias ha beffato sotto le gambe il portiere ducale; proprio quel brasiliano che nella prima parte di stagione litigava con portieri, specchio della porta e quant’altro.
Infine un tocco di Coda, ha mandato fuori causa Iacobucci e per M’poku è stato un gioco da ragazzi siglare il tris. Ceppitelli in maniera incredibile si divora prima dell’intervallo il poker, giusto per ricordare a tutti che la fortuna esiste, ma per i miracoli bisogna rivolgersi altrove.
La matematica ancora non condanna la squadra rossoblù che a quattro giornate dal termine dovrebbe vincere almeno tre partite e sperare che l’Atalanta non raccolga più di due pareggi. Sperare non costa niente, se poi con un po’ di buona sorte condita all’effetto Real, si riuscisse nell’impresa titanica di racimolare almeno un punto a Torino e rovinare la festa scudetto, le energie psicofisiche andrebbero a moltiplicarsi.
La Dea bendata potrebbe cosi aver deciso di posare in netto ritardo, il suo sguardo su un gruppo, che oltre la fortuna dovrà fare ricorrere a tutti i propri mezzi.