Il tridente impiegato a Firenze solo sulla carta può essere definito simile a quello integralista, osservato nella precedente gestione. Una punta di ruolo, un esterno e un “all around player” capace di svolgere tutti i ruoli del fronte offensivo è stato il mix che ha permesso a Festa di sbancare il “Franchi”. Agli onori della cronaca è sicuramente balzata la prestazione di Cop autore di due reti e il meraviglioso goal di Farias, ma colui che ha ricamato il gioco e unito i reparti è stato senza dubbio M’poku. Eclettico, forte fisicamente, tecnico, umile e a disposizione della squadra nonostante la giovane età, in diverse partite è sembrato l’unico che ancora credeva nella salvezza; a tratti quasi egoista, con un’eccessiva voglia, rischiava di voler risolvere da solo ogni partita, finendo per strafare.
Svincolato da tatticismi esasperati, è stato lasciato libero di esprimere il proprio talento, svariando su tutto il fronte offensivo, fungendo ora da esterno, seconda punta e a tratti da rifinitore dietro le punte. Un gioiello arrivato a Cagliari senza squilli di trombe, a suon di buone prestazioni e un attaccamento alla maglia inaspettato, si sta guadagnando l’affetto dei tifosi e la stima dei compagni.
Ibarbo sicuramente avrebbe fatto comodo alla formazione rossoblù nella lotta salvezza, ma dati alla mano, il belga alla pari del colombiano ha notevolissimi margini di miglioramento e un potenziale ancora tutto da scoprire, ma risulta più continuo nelle prestazioni con poche pause durante una partita.
È impossibile che M’poku rimanga a Cagliari nella serie cadetta, più probabile invece una sua permanenza con il raggiungimento di una salvezza, ancora oggi traguardo al limite dell’impossibile. Mantenere la categoria avrebbe obiettivamente del miracoloso, ma consentirebbe di prendere tanti piccioni con una sola fava.