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Diakité wall! Il merito? Di Festa: ecco perché

Il neo allenatore del Cagliari ha riorganizzato al meglio la difesa. Il n° 37 rossoblù lo dimostra

Davide Zedda
27/04/2015
Approfondimenti
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Un autentico muro. Un gigante per struttura fisica e coraggio da vendere. Modibo Diakité si presentò a Cagliari affermando senza troppi giri di parole “Non ho paura di nessun avversario”. Sotto la gestione Zola prima e Zeman poi, oltre a non trovare la giusta continuità, (pagando un'iniziale periodo di “inattività” a causa delle non buone condizioni atletiche), non è di fatto riuscito ad esprimersi ai livelli sperati nel momento in cui la dirigenza sarda riuscì – a mercato chiuso e da svincolato - a portarlo sulle rive del Golfo degli Angeli.

Pur non avendo mai sfigurato nelle occasioni in cui era stato chiamato in campo, Diakité non aveva comunque lasciato un segno importante. “Non è uno in grado di fare la differenza”, si è sentito e scritto più volte.

C'è però da evidenziare come il forte difensore francese, abbia patito – forse anche oltre misura – lo schieramento tattico e i movimenti difensivi richiesti non tanto da Zola, quanto dal tecnico boemo. Diakité come il resto della difesa sarda, era chiamato in quel contesto, a difendere in piena linea con lo “Sdengo” pensiero, ovvero attaccando. Missione non semplice neppure per il numero 37 rossoblù, che comunque si distingueva per personalità e fisicità.

Gianluca Festa, in pochi giorni, ha invece avuto il buon senso e il grande merito, di ridare dignità e “normalità” all'intero reparto difensivo rossoblù, chiamato finalmente a difendere e non ad attaccare come accadeva in precedenza. Una scelta semplice e logica quella del neo tecnico del Cagliari, che in questo modo ha permesso, non solo ai difensori, ma a tutta la squadra in fase di copertura e di non posssesso, di potersi esprimere al meglio.

Con il collettivo in grado quindi di offrire il volto più bello, Diakité ha giganteggiato sfoderando una prestazione di altissimo livello sotto tutti i punti di vista. Una sicurezza, un muro, un gigante. Roccioso, come lo era proprio Gianluca Festa che di difensori ne sa qualcosa.

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