Aveva ragione Zeman

Nelle parole d’addio del boemo era nascosta una verità

Marco Castoni
27/04/2015
Approfondimenti
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“La squadra può ancora salvarsi, ma non con me”, forse l’ennesima, ma ultima provocazione di Zdenek Zeman prima di lasciare il Cagliari, suonava come una litania priva di significato.

L’ex allenatore evidentemente non parlava a vanvera e la partita disputata contro la Fiorentina dai ragazzi di Festa ne è stata la dimostrazione. Nel giro di una settimana, il Cagliari è cambiato radicalmente, non tanto nel modulo simile a quello precedente, ma nella filosofia e soprattutto nell’atteggiamento. Una squadra con un piede e mezzo in B, surclassa nel gioco e fisicamente la semifinalista dell’Europa League; una squadra compatta, capace di esprimere un dialogo produttivo tra reparti, con una condizione fisica che è calata solo nell’ultimo quarto d’ora.

Verrebbe da chiedersi come sia possibile una simile trasformazione nel giro di pochi giorni, ma il boemo ha capito e ammesso di essere un problema, non certo l’unico, mentre Festa ha saputo toccare le corde di una formazione che ha rispolverato a sorpresa il solo Pisano del gruppo dei senatori.

Come sottolineato a fine gara, il gruppo ha ritrovato una condizione psicologica che da tempo non si respirava nello spogliatoio rossoblù e i risultati si sono visti immediatamente. Il Cagliari non è quello sceso in campo, o meglio “mai sceso” nel rettangolo verde contro il Napoli, ma probabilmente quello visto a Firenze è il frutto di una reazione emotiva agli avvenimenti susseguitisi nelle ultime settimane.

Ora non rimane che augurarsi che la presa di coscienza di Zeman e la successiva, inaspettata, ritrovata voglia di lottare dell’intera rosa non sia tardiva e inutile.

Le prossime due partite saranno decisive e solo due vittorie difficili, ma possibili, potranno dimostrare se un miracolo sportivo è possibile o se si sia trattato solo di un’effimera illusione.

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