Senza stipendio, senza una società, senza un futuro. Con il cuore, con la dignità. Signore e signori, questo è il Parma, l'ultima della classe più celebrata di sempre. I gialloblù sono stati in grado di ribaltare virtualmente la classifica. Perché gli emiliani retrocederanno e non sanno nemmeno cosa possano avere domani, in che categoria giocheranno, ma quest'anno i giocatori hanno comunque vinto.
Hanno reagito al disastro societario ed hanno tirato fuori l'orgoglio. Consci della situazione irrimediabile, hanno dimenticato il dramma ed hanno cominciato a ricordare come sorridere con questo sport, hanno liberato la testa e, senza più nulla da perdere, hanno iniziato a divertirsi, a giocare con spensieratezza.
Hanno costretto l'Inter al pareggio a San Siro, messo k.o. l'Udinese e umiliato gli invincibili, la Juventus schiacciasassi, una tra le squadre più forti d'Europa, che stasera si giocherà un quarto di finale di Champions League. Una serie di successi che hanno suscitato un entusiasmo crescente, tanto che qualcuno ha pure osato parlare di "miracolo", provocando con frasi come "ma se sul campo il Parma si salvasse?.
E allora viene da chiedersi una cosa: se ce la fanno loro, perché noi no? In fin dei conti, anche la situazione dei rossoblù è tragica, prevale la rassegnazione.
E dunque perché non provare a scordarsi di tutto, tranne che di giocare per un sorriso?
Perché non prendere esempio da coloro che si stanno rivelando uomini prima che giocatori e ragazzi prima che uomini?
A volte i miracoli arrivano quando meno te l'aspetti...