Con Zola aveva cominciato a giocare con continuità, con Zeman si è mestamente riaccomodato in panchina, che con tutta probabilità sarà destinato a scaldare in più occasioni. Samuele Longo, da titolare nella gestione di Magic Box, è tornato ad essere quasi invisibile per il tecnico di Praga, che non lo considera decisivo o (forse) pienamente maturo.
Contro l’Inter Longo era entrato in campo con decisione, marcando in compartecipazione con Carrizo l’inutile rete rossoblù e impressionando il mister nerazzurro Mancini, che a fine gara aveva parlato molto bene di lui. Contro il Verona una sua conclusione a botta sicura era stata murata dalla difesa gialloblu, e a Genova contro la Samp Viviano gli aveva negato con un provvidenziale intervento il primo gol in Serie A.
Ora le gerarchie sono mutate. Nel 4-3-3 zemaniano difficilmente il giovane di Valdobbiadene potrà rivestire il ruolo di esterno. Ecco perché dovrà accontentarsi di divenire terzo attaccante centrale, dopo Sau e Cop.
A Longo il compito di dimostrare in allenamento di poter meritare qualche occasione, quantomeno da subentrato. Altrimenti la panchina, dimenticata negli ultimi tre mesi, potrebbe rivelarsi di nuovo terribilmente scomoda.