Ekdal: "Vogliamo salvarci. I tifosi del Cagliari? Splendidi! Meritano la serie A"

Il centrocampista svedese si racconta a “Cuore Rossoblù”

Alexandra Atzori
19/03/2015
Interviste
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È sicuramente l’uomo di punta di questo Cagliari: si è distinto sotto la prima gestione Zeman e in quella di Gianfranco Zola. E lui, Albin Ekdal, assente nella gara di sabato scorso contro l’Empoli, continuerà ad essere il leader dei rossoblù anche ora che il boemo ha ripreso il suo posto in panchina. D’altronde, la sua esplosione, è coincisa proprio con l’arrivo di ZZ in Sardegna.
Lo svedese si è raccontato in una lunga intervista al mensile della squadra, “Cuore rossoblù”, di cui riportiamo alcune delle dichiarazioni più importanti:

Sulla Sardegna:

“Qui è bellissimo, piace molto anche ai miei genitori e agli amici che mi vengono a trovare. Gli svedesi sono abituati al freddo, in posti come questo ci passano le vacanze. Vivere vicino al mare è un’esperienza magnifica”.

Sulla sua conoscenza della lingua sarda:

“Si limita alle parolacce. Ma per uno straniero è già difficile imparare l’italiano, figurarsi il sardo”.

Sulla sua Svezia:

“Eccome se mi manca. Mi mancano i miei genitori, gli amici. Quando torno per le vacanza trascorro molto tempo a casa, mi godo l’aria della mia Stoccolma. Solo in seguito parto per l’estero: Francia, Spagna, Grecia. Mi piace viaggiare e scoprire la cultura di luoghi diversi”.

Sulla curiosità dei suoi compagni nei confronti della Svezia:

“Per loro la Svezia è un paese dove fa sempre freddo e devi andare in giro con il cappotto. Io gli ripeto che Stoccolma è una città bellissima, ma non sono convinti. Certo, mi chiedono delle donne svedesi, quelle le apprezzano tutti!”.

Sugli italiani:

“Vivete alla giornata, sapete cogliere la bellezza del momento. Nelle giornate di sole, vedo tante persone in giro per la spiaggia e mi chiedo: ‘ma non lavorano?’ (ride). Gli svedesi sono più inquadrati, stabiliscono un programma e lo rispettano al cento per cento”.

Sul fatto che questa possa essere considerata la sua stagione migliore:

“Forse sì. Ho trovato continuità, sto giocando spesso e ho segnato più gol. La tripletta di San Siro la ricorderò per tutta la vita. Però la squadra resta la cosa più importante; se io faccio bene e il Cagliari non ottiene risultati, non posso essere contento”.

Sulle difficoltà di questa stagione:

“Sapevamo di dover lottare per la salvezza, come ogni anno. La squadra era cambiata, molti dei nuovi non avevano esperienza in serie A. La classifica è preoccupante ma ci sono ancora tante partite da giocare e molti scontri diretti per cancellare la striscia negativa e mettersi in salvo. Questa squadra merita la serie A, così come la meritano i tifosi, che finora sono stati splendidi: ci sono sempre stati vicino, spero che continuino a farlo, adesso che arrivano i momenti decisivi”.

Su che cosa manca al Cagliari in questo momento:

“I risultati non stanno arrivando, ma è difficile dire cosa non va. Ad inizio stagione è mancata la cattiveria per vincere qualche partita. Stiamo facendo tutto il possibile per tirarci fuori dai guai, giochiamo un buon calcio, teniamo il pallone più degli avversari. Forse dovremmo avere più grinta, essere più incazzati e aggressivi”.

Sulla sua “esplosione”: troppo tardi o questo è il momento giusto?

“Meglio tardi che mai. In questi anni ho avuto l’opportunità di giocare ad alti livelli, accumulare esperienza e crescere: sarò sempre grato al Cagliari per avermi dato questa possibilità”.

Sul suo recente cambio di ruolo:

“Ho fatto il trequartista, un ruolo che ho già coperto anni fa, a Siena e a Bologna. Resto un centrocampista, ma se mi chiedono di giocare più avanti per aiutare la squadra, lo faccio volentieri”.

Sulla prossima tripletta:

“Spero arrivi il prima possibile, ma io sono un centrocampista, non faccio tanti gol. Il mio primo pensiero è aiutare la squadra: la situazione è dura, dobbiamo restare concentrati e tirare fuori la cattiveria”.

Sul pallone che si è portato a casa dopo la tripletta contro l’Inter:

“Lo tango a casa, vicino alla cucina, in modo da averlo spesso davanti agli occhi! Ci ho messo la mia firma, mentre ai compagni ho fatto autografare la maglia”.

Su cosa fa nel tempo libero:

“Sono una persona tranquilla. Amo il calcio al di fuori del lavoro, quindi guardo molte partite. Mi piace andare a cena fuori e seguo le serie tv: le mie preferite sono ‘True detective’, ‘The Walking Dead’ e ‘House of cards’. Naturalmente passo molto tempo con la mia ragazza, Camilla, e il nostro cane, Lova. Io e Camilla siamo insieme da sei anni, ci siamo conosciuti a Stoccolma, ad una festa”.

Sulla fidanzata:

“Non fa più la spola tra la Svezia e la Sardegna, si è trasferita qui a Cagliari con me. Continua gli studi universitari attraverso internet”.

Sul futuro di coppia:

“Il matrimonio e i figli sono in programma, ma tra qualche tempo, adesso è ancora presto. In Italia i calciatori si sposano e hanno figli da giovani, in Svezia abbiamo meno fretta”.

Sul suo futuro professionale:

“Ho un desiderio: voglio smettere con il calcio convinto di aver fatto il massimo, non guardarmi indietro e avere rimpianti. Mi piacerebbe rimanere nell’ambiente, fare l’allenatore. Il calcio è la mia vita”.

Infine, sulla salvezza:

“Faremo di tutto per conquistarla e so che quando arriverà sarà una sensazione bellissima, ma c’è ancora tanto da lavorare per centrare il traguardo. La strada è lunga, ma possiamo farcela”.

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