Quarta sconfitta consecutiva. Un misero punto nelle ultime sei partite. Gioco per alcuni tratti piacevole, per larga parte confusionario. Due tiri in porta in 90 minuti. Appena 20 punti in classifica con 12 incontri rimanenti. Ancora un gol subito da palla da fermo. Un collettivo mediocre e spesso schierato in campo senza una logica. Troppi errori individuali. Lo spettro della B, quella che in troppi, addetti ai lavori e non, chiacchierano da tempo, educando gli altri scettici alla discesa nella cadetteria.
Questo l’imbarazzante bilancio dopo la sconfitta di Genova. Eppure se il tiro ravvicinato di Longo non fosse stato deviato da un provvidenziale intervento di Viviano, sarebbe potuta essere un’altra gara con i rossoblù in vantaggio. Ma sappiamo bene che con i se e con i ma non si arriva da nessuna parte, pertanto prendiamo atto dell’ennesimo buco nell’acqua di un Cagliari che di trovare un gol in più dell’avversario non ne vuole proprio sapere.
Ieri la differenza di valori in campo tra i blucerchiati e i sardi era evidente, e in parte è riuscita ad essere mascherata nei primi venti minuti del secondo tempo, prima che il bolide di Eto’o (primo gol con la Samp) mettesse la parola fine alla contesa.
Colpa del tecnico? O di chi? Perché Husbauer inserito solo nell’ultimo quarto d’ora? Perché 4 cambiamenti di modulo?
Le domande si sprecano, e potrebbero, e dovrebbero, essere molte di più. Le risposte, finora non giunte, saranno attese quantomeno al termine del campionato da parte di una società incapace di comprendere le difficoltà della squadra e arginarle in tempo, e soprattutto di “metterci la faccia”. Non è sicuramente il momento per stendere delle critiche accese e aggressive, per quanto corrette possano essere. Quelle arriveranno puntuali a fine stagione, una volta emesso il verdetto.
Ma una cosa è certa: non si provi a giustificare nessuno, perché nessuno se lo merita. La Serie A, un patrimonio così grande, deve essere mantenuta con un atteggiamento completamente diverso, da parte di tutti.
La maglia, quella rossoblù, rappresenta molto più di quanto qualcuno possa pensare. Meditiamo.