“Siamo stati dei polli”: questa l’emblematica frase pronunciata da Gianfranco Zola appena dopo il vantaggio romanista, domenica, con i giallorossi abili a sfruttare una situazione da palla da fermo.
L’ennesima, verrebbe dire, per un Cagliari che sui palloni inattivi rimane sempre sorpreso: sono otto le reti subite in tal modo durante questo campionato.
I giocatori rossoblù, con le proteste rivolte a Tagliavento, reo di non avere fischiato, hanno provato invano a giustificare una evidente disattenzione collettiva.
E’ dunque lecito domandarselo: come si è potuto permettere ai giallorossi di imbastire facilmente una rete di passaggi, culminata con la geniale imbeccata di Verde per Ljajic? Tutti fermi, come birilli in un campo di allenamento. La Roma non ha creduto ai suoi occhi, concretizzando la ghiotta occasione.
E tra cross al centro con marcature approssimative, schemi su punizione ben eseguiti dalle squadre avversarie, in Sardegna si cercano dopo mesi le dovute contromisure. Perché la salvezza passa per un’attenzione totale sul campo di gioco, ma purtroppo le amnesie, all’interno dei 90 minuti, ancora fanno da padrone.
E nemmeno un nome altisonante in panchina può contrastarle.