40,32 per 16,50 metri è la misura dell’area di rigore: quella rossoblù, nella partita contro i nerazzurri di Colantuono è apparsa terra di nessuno. Infatti se si esclude il solito Brkic capace di negare più volte la gioia della rete agli attaccanti orobici, il resto della difesa isolana ha palesato evidenti carenze soprattutto nelle palle alte. L'ormai ex Benedetti e Capuano si sono trovati di fronte due attaccanti come Denis e l’ex Pinilla, rapaci e navigati che fanno del gioco aereo la specialità della casa.
La coppia di centrali scelta da Zola, pur non avendo nulla da invidiare in termini di centimetri agli avanti bergamaschi, ha concesso troppe occasioni da rete sui palloni che copiosi sono arrivati in area.
Già al 17’ all’esperto Biava è stato concesso di staccare indisturbato e portare in vantaggio l’Atalanta, mentre nel resto della contesa, i vari Carmona, Pinilla e Stendardo non hanno sfruttato delle nitide occasioni, nate più per disattenzioni della retroguardia rossoblù sugli spioventi avversari, che per meriti propri. La perla di Pinilla, nell’ultima occasione utile, ha punito l’ennesima leggerezza di giornata a cui ha partecipato anche il rientrante Ceppitelli.
Se i centrali sono apparsi altamente distratti nei cross provenienti dalle fasce e il resto della squadra poco propensa nelle marcature in occasione dei calci d’angolo, Avelar ha nuovamente mostrato tutte le sue carenze in termini difensivi, venendo saltato puntualmente dall’indemoniato Zappacosta.
In avanti un Sau schierato eccessivamente lontano dalla porta, nel ruolo dello squalificato Ekdal, ha dimostrato come il suo potenziale sia sprecato e poco utile al gioco collettivo.
Il resto del reparto avanzato ha mostrato invece come il solito Longo volitivo e votato al sacrificio e un Joao Pedro a corrente alternata, abbiano avuto due occasioni che ancora lasciano l’amaro in bocca. Questione di centimetri…