La cura Zola, combinata alla fascia di capitano, ha restituito al Cagliari e ai suoi tifosi un Dessena che così non lo si vedeva da tempo. Uno dei giocatori più amati dalla tifoseria, capace di incarnare quello spirito battagliero, imprescindibile per chi come lui non ha piedi da fantasista, ma polmoni e cuore da guerriero.
Festeggiare la presenza numero 300 tra i professionisti e la 125esima in maglia rossoblù con un assist delizioso per il nuovo beniamino Cop, ha ricordato quanto è e può essere importante il contributo del centrocampista parmense all’interno di una squadra chiamata a lottare sino all’ultimo minuto dell’ultima partita. Un pilastro dello spogliatoio che per troppo tempo, complice un infortunio ad inizio stagione, era parso lontano dai suoi standard, incapace di tradurre in campo quanto nei desideri e nelle voglia quotidiana era evidente: essere di nuovo protagonista ridando il proprio apporto, in un momento come non mai cosi difficile da quando veste la maglia rossoblù.
In tanti ci si domandava cosa stesse capitando a questo ragazzo, attorno al quale suonavano insistenti sirene di mercato; il cambio di guida tecnica pare aver momentaneamente dato le risposte in merito, per lui e chi come lui, ha cambiato radicalmente il proprio rendimento con l’arrivo di Zola sulla panchina isolana. Il Cagliari sta scoprendo nuovi interpreti e ritrovando quelli che nel recente passato hanno contribuito indiscutibilmente a mantenere la squadra rossoblù nel massimo palcoscenico della Serie A.
Il giusto mix forgiato da Zola, inoltre sta consentendo di trascinare squadra e ambiente, dalla depressione del crepuscolo zemaniano e la scoppola siciliana, a tre risultati utili fondamentali per un’immediata risalita. Nell’attesa del ritorno di tutti quanti i “senatori”, Dessena traccia la linea: umiltà, voglia di lottare e duttilità, sono le doti e le armi che chiunque farà parte della rosa rossoblù deve sin da subito, obbligatoriamente mettere a disposizione dell’allenatore e del gruppo, al fine di centrare quella salvezza che in alcuni momenti era sembrata una chimera.