Ah, da quando Sau non gioca più… non è più domenica. Così potremmo riadattare una famosa canzone di Cesare Cremonini, alla luce dell’infortunio che ha tenuto il bomber di Tonara ai box e che si spera possa essere definitivamente superato con l’inizio del nuovo anno.
Marco Sau è una pedina fondamentale del reparto offensivo rossoblù: i suoi movimenti in grado di innescare gli altri attaccanti, uniti alle reti siglate (4), hanno consentito al Cagliari di ottenere i 12 punti che lo collocano mestamente al terzultimo posto in classifica.
La crisi che attanaglia i sardi, interrotta con il misero pareggio di Parma, è coincisa proprio con l’uscita di scena di Sau. E pensare che l’attaccante avrebbe dovuto giocare quella partita, non fosse per i ripetuti tiri in porta pretesi dal tecnico Zeman il giorno della rifinitura, che hanno fatto sì che il dolore alla coscia si riacutizzasse. Il presidente Giulini non aveva per nulla condiviso questa scelta.
Victor Ibarbo, anche lui non in forma smagliante, non ha più trovato il giusto partner in avanti, colui il quale aveva innescato il momentaneo vantaggio del colombiano contro il Milan; Cossu ha cominciato a correre a vuoto, mentre Farias ha messo in luce tutti i suoi limiti tecnici. Eppure la partita del San Paolo, in cui il Cagliari aveva saputo reagire allo svantaggio contro il Napoli, pareva nascondere la mancanza di Sau proprio con l’esplosione del brasiliano, autore di due reti, ma tornato sulla terra già dal successivo match contro la Fiorentina.
È stato, dunque, un fuoco di paglia, e i rossoblù, senza il loro bomber, sono sprofondati in una crisi di identità e gioco, che ha prodotto le sonore sconfitte contro Fiorentina, Chievo e Juventus. La vittoria, ormai una chimera, non giunge da ben due mesi: era infatti il 25 ottobre, quando i sardi violavano il Castellani di Empoli con un perentorio 0-4. A sbloccare il match, guarda caso, era stato proprio Sau. E, intanto, le dirette concorrenti per la salvezza corrono: l’Atalanta dista 3 lunghezze, il Chievo 4, seguono Verona, Torino ed Empoli.
Come uscire dal tunnel che rischia di condurre seriamente la compagine cagliaritana in Serie B? Il recupero di “Pattolino” potrebbe essere un primo tassello importante, ma è necessario che anche Giulini metta mano al portafogli e regali un parco attaccanti degno della massima serie e, soprattutto, capace di garantire un adeguato numero di gol.