Passato, presente e futuro del "minestrone" rossoblù

Una squadra tra mille dubbi e poche certezze

Marco Castoni
20/12/2014
Approfondimenti
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Dopo l’estate e la conseguente rivoluzione copernicana in salsa rossoblù si è assistito ad un rimescolamento di uomini e ruoli all’interno della rosa a disposizione di Zeman. Proprio l’arrivo del boemo ha richiesto l’inevitabile arrivo di giocatori che per caratteristiche fossero adatti al suo credo, come di fatto ha obbligato i confermati ad un adattamento auspicato, ma a tratti improbabile.

Se da un lato si sono osservati un Sau rinato, un Ekdal straripante, Cossu a tratti sorprendente, Avelar in rampa di lancio e Rossettini nel giro della nazionale, nello stesso tempo sono andati ad indebolire il loro ruolo e il loro status giocatori come capitan Conti, Dessena, il mistero Murru e persino Ibarbo. Il bilancio, a quasi metà stagione, boccia sonoramente uomini prima imprescindibili, che faticano a calarsi nella nuova realtà. Passando ai nuovi acquisti, convincenti a tratti se si considerano le prestazioni di Balzano, Ceppitelli, Crisetig e Farias, mentre faticano e non poco Cragno e Longo. Pochi i minuti, per tutti i restanti al fine di dare un giudizio equo e definitivo.

Uno Zeman ai limiti del commovente, come un giapponese che rimane a combattere nell’isola a fine guerra, continua imperterrito a sottolineare quanto la rosa messa a disposizione soddisfi le sue esigenze, ma è indubbio come vecchi interpreti e nuovi viaggino su binari paralleli, attualmente destinati a non incontrarsi. Su tutti emblematico è il caso del capitano, un corpo quasi estraneo, sempre difeso da allenatore e tifosi, che sul campo stenta a ritrovare il ruolo consueto di leader e trascinatore.
Zeman, confermatissimo salvo ripensamenti repentini, continuerà a stare al timone di una squadra a cui manca la famosa “amalgama” e uno spartito a cui tutti fedelmente dovrebbero attenersi.

Il modulo ritornerà con ogni probabilità quello solito, come è indubbio che qualcosa dal mercato di riparazione è necessario attendersi. I 15 giorni di recupero uniti ad una mole di lavoro incentrata sull’inevitabile richiamo di preparazione, devono necessariamente restituire un Cagliari cambiato, se non negli interpreti, sul piano di ciò che viene prodotto sul campo.

Zeman sa che con l’avvento del 2015 si gioca tanto del suo futuro in terra sarda, con lui e attraverso lui passano i sogni dei tifosi rossoblù, nella speranza più sincera che non si trasformino in incubi.

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