È stato un giocatore voluto e probabilmente imposto da Massimo Cellino che lo aveva portato a Cagliari scommettendo non poco su di lui. Joaquin Larrivey, pochi gol ma tanto impegno e voglia di fare, a Cagliari ha raccolto tanti fischi e poca gloria. Le sue gesta tragicomiche con la maglia rossoblù sono comunque rimaste impresse nel cuore di tanti tifosi cagliaritani, tanto da essere ribattezzato “il divino”. Ad ogni buon conto, Larrivey, è stato più popolare per la rissa contro il Bastia che non per le gesta in campo. 96 le presenze, 12 i gol, davvero poco per il nuovo Batistuta. Questa è cronaca, dati di fatto, numeri e non pensieri opinabili. Durante la sua esperienza in riva al Golfo degli Angeli, l’attaccante argentino non godeva neppure di particolari simpatie mediatiche. La stampa – giustamente – lo criticava pesantemente, spesso, troppo spesso e anche ingiustamente, diventava il perfetto capro espiatorio buono per ogni occasione in cui le colpe di un Cagliari non vincente e sterile sotto porta, potevano essere agevolmente scaricate sul generoso e simpatico argentino, quasi scendesse in campo da solo senza il resto dei compagni. “Il bidone” – la maggioranza della tifoseria e della stampa lo ritenevano tale – “finalmente” lascia la Sardegna. Per lui sembra non ci possa essere gloria neppure all’estero, ma una volta approdato nella penisola iberica, il buon Joaquin, trova la sua dimensione, segna e appassiona i suoi nuovi tifosi. Le sue gesta “divine” rimbalzano in tempo reale anche a Cagliari dove “giornalisti?” astuti non perdono l’occasione per farsi notare, attirare pubblico, like e confezionare articoli in tempo reale (e ad hoc), per esaltare le gesta di un bravo giocatore che più che un ex - pare – se osserviamo e analizziamo il caso con vero senso critico – esser diventato una sorta di “merce”, un qualcosa di divertente e che fa divertire e che quindi va proposto al pubblico (i tifosi), tra i quali certamente non mancano i forcaioli della prima ora, con l’intento ultimo di guadagnare visibilità (carta stampata), like e migliaia di visite sui siti web (testate on line). L’ipocrisia in salsa cagliaritana pare non conosca limiti, sì, perché quel bravo e simpatico ragazzo che è Larrivey non è più un calciatore, un uomo, un’anima: no, è diventato soltanto una merce. Si faccia così: si proponga al presidente Giulini di riportare Larrivey al Cagliari e di schierarlo titolare al posto di Sau. La musica cambierebbe nel giro di pochi minuti. Ipocrisia permettendo.