Francescoli: il Principe che disse no alla Juve per entrare nella storia del Cagliari e nel cuore del popolo rossoblù

Una storia diventata leggenda

Federico Ventagliò
17/10/2014
Amarcord
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«Senti, o firmi subito per il Cagliari, o io rimango due anni a prendere il sole a Marsiglia alle spalle di Tapie». Testo e musica di Enzo Francescoli. Tutti i sardi hanno molto chiare ancora oggi le gesta del Principe sul rettangolo verde. Dunque, andiamo a ripercorrere alcuni dei principali retroscena. Utopia. È la parola chiave che serpeggia nei pensieri dei dirigenti rossoblù. Siamo a Stoccarda, nell'aprile del 1990, col Mondiale alle porte. È un fine settimana destinato alle amichevoli internazionali e di fronte alla Germania che poi vincerà il titolo c'è l'Uruguay di Oscar Tabarez. In città – di buon mattino - giungono anche Efisio e Ninnino Orrù, insieme a Carmine Longo. Motivo della spedizione è visionare Kirsten, individuato come il centravanti ideale in caso di eventuale promozione in Serie A. Dopo il fischio finale, il progetto di partenza verrà raso al suolo e i piani scombussolati da quanto osservato nel corso dei novanta minuti. La spedizione rossoblù rimane impressionata dalla superba prestazione di due cardini della Celeste: Pepe Herrera e Daniel Fonseca. Chi conosce gli schemi di Tabarez, sa che è un cultore della zona totale. Per il mediano, le consegne del ct sono un banco di prova tosto: fronteggiare in prima battuta chiunque transiti dalle sue parti, per fungere da «diga» davanti alla difesa. Nomi da brivido; Jurgen Klinsmann e Karl-Heinze Riedle. Per intenderci, uno che ha risolto una finale degli Europei con una doppietta, l'altro due gol li ha messi a segno in finale di Coppa dei Campioni. Ma Pepe non ha paura e svolge con disinvoltura e personalità il suo compito. Promosso a pieni voti. Brilla poi la prestazione del centravanti Fonseca, che qui scalza Kirsten dall'agenda rossoblù. No, non ha deluso Francescoli in questa partita. Portarlo a Cagliari sembra proibitivo. Inimmaginabile. È un campione già affermato, in forza al Marsiglia, ha cortesemente declinato l'invito di Agnelli per vestirlo di bianconero, e se lo avesse voluto, nel '93 sarebbe stato ancora al Marsiglia a trionfare in Coppa dei Campioni. Ebbene, a dispetto di tutti questi calcoli, pur legittimi per un professionista, è qui che nasce la favola. È il Big-Bang di quell'Alleanza fra Cagliari&Montevideo durata un quarto di secolo e interrotta solo quest'anno. Nel ritiro della Celeste gli Orrù conversano per la prima volta con Paco Casal, storico guru dell' Uruguay, manifestandogli l'interessamento per Herrera e Fonseca. Nemmeno osano nominare Francescoli. È invece il procuratore a proporlo, facendosi garante della riuscita nella trattativa. I primi contatti hanno inizio, verranno intensificati due mesi dopo, fra Udine e Verona, dove la Celeste è di scena a Italia '90. La stretta finale è a Milano. Al fotofinish un intoppo economico rischia di mandare in fumo tutto. La riunione con gli emissari di Tapie è in corso da sette ore e non si sblocca. Non rimane che convocare in ufficio il diretto interessato, la cui risposta –l aconica -  sgombra il campo da qualsiasi equivoco: «voglio venire a Cagliari».

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