32 anni, laureato col massimo dei voti e la lode in Scienze Politiche, Paolo Bordino è giornalista pubblicista dal 2004 e zemaniano da sempre. Ha collaborato e collabora con svariate testate giornalistiche, televisive e radiofoniche. Per Gruppo Zeman ha curato le pagelle delle gare che hanno caratterizzato la fantastica cavalcata pescarese del 2011/2012 e della sfortunata avventura romanista la stagione seguente. Trasferitosi a Cagliari nel 2012, attualmente lavora nella Pubblica Amministrazione, non abbandonando tuttavia la passione per il giornalismo sportivo.
Ospite fisso della trasmissione televisiva su Sardegna1 “Rossoblù 95” condotta da Valerio Vargiu e Bruno Corda, è stato disponibile a rispondere ad alcune nostre domande.
Quando nasce il gruppo Zeman?
"L’Idea di un gruppo Zeman trova compimento nel 2010, con il ritorno a Foggia del mister. Insieme a Salvatore Piedimonte, Mario Monaco, Fabiomassimo Farabollini, Gianfranco Santoro e successivamente Emilio di Fabio abbiamo avvertito la necessità di un vero riferimento, che offrisse un punto di vista sulle vicende del calcio e dello sport in generale secondo quello che abbiamo definito modello zemaniano. In base a tale modello nello sport e nella vita per raggiungere qualsiasi risultato occorre lavorare tanto, con umiltà, facendo gradoni su gradoni."
Perché proprio Zeman?
"Zeman è la dimostrazione vivente che il lavoro paga, permette di trasformare il poco in tanto. Un’ottica diversa dal comune che permette dividendi maggiori."
Stare vicini al boemo, aspetto non facile?
"In tanti periodi siamo stati soli, stando accanto a Zeman, quasi come dei “pazzi” contro i mulini a vento. Il Mister è al di fuori degli schemi tradizionali del calcio italiano. Incontra quotidianamente grandi difficoltà rispetto al pensare comune. È salito in A con un Pescara di ventenni, lasciandosi dietro potentati imprenditoriali come Squinzi, Cairo e Garrone, risultando inevitabilmente scomodo. Zeman di soldi ne fa girare pochi, perciò è inviso al sistema e questo non fa altro che accrescere il nostro amore per lui."
Ora arriva un nuovo capitolo, il nuovo Cagliari targato Giulini.
"Eravamo ampiamente coscienti delle difficoltà a cui sarebbe andato incontro. Nuova dirigenza e una squadra con mentalità tradizionalmente opposta a quella praticata da Zeman. Il successo travolgente di San Siro può essere la molla che fa capire ai calciatori che la strada tracciata è quella giusta; un successo colto contro un tecnico che è l’emblema del pensare il calcio all’italiana."
Cosa manca alla rosa del Cagliari per essere perfetta per Zeman?
"Un portiere zemaniano, calciatori con una mentalità offensiva e un attaccante esterno possibilmente mancino, in grado di rivestire i panni del finalizzatore. In sede di mercato le preoccupazioni sono state molteplici: gli arrivi tardivi di Cepitelli e Capuano, entrambi fortemente voluti da Zeman, cosi come ci spaventava e non poco l’assenza di Ibarbo dal ritiro e l’infortunio di Dessena. Il centrocampista parmense è colui che possiamo definire il giocatore in rosa con più caratteristiche zemaniane. Ritornando sull’argomento estremo difensore, la gara di Milano è stata rinfrancante perché ha mostrato un Cragno in ripresa e una coppia di centrali difensivi perfetti nel leggere lo spartito composto da Zeman. Le richieste dell’allenatore in sede di mercato di riparazione, saranno indicative o meglio il termometro della situazione."
Dopo 1 punto in 4 partite avete iniziato a preoccuparvi?
"Che la strada fosse in salita prendendo in considerazione tanti aspetti si sapeva, ma in questi momenti fondamentale deve essere il sostegno della società. L’aspetto che maggiormente preoccupava era paradossalmente un attacco poco prolifico, un aspetto insolito per le squadre di Zeman."
Zeman nella sua interminabile carriera ha lanciato giovani che poi si sono affermati nei massimi palcoscenici. I prossimi chi saranno?
"Senza dubbio Ceppitelli, centrale difensivo moderno, difende alto, cerca sempre l’anticipo, risultando bravo anche nell’uno contro uno. Se in futuro eliminerà qualche disattenzione, fossi in Conte ci farei un pensierino. Di Ibarbo già si sapeva e la gara contro l’Inter ha dimostrato che con Zeman può sbocciare definitivamente."
Crisetig non ha fatto rimpiangere capitan Conti, sorpreso?
"La prestazione di Crisetig ha ricalcato quella del perfetto centrale di centrocampo con Zeman: smistamento rapido della manovra, capacità di vedere sia il gioco corto che quello lungo, ricerca costante della verticalizzazione. Fondamentale è stato il fatto di aver disputato le prime partite da interno, accrescendo così la propria visione di gioco."
Da cagliaritano d’adozione e zemaniano d.o.c. cosa ti auguri per i tifosi del Cagliari?
"Che possano vivere ogni domenica la partita come una festa e tornare a casa soddisfatti. Con Zeman, se la società ripone con i fatti totale fiducia in lui si andrà molto lontano."
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