Organizzazione, risorse e un presidente di rilievo: ecco il Sassuolo. Chiamiamola ancora “provinciale”?

L’analisi della gestione del club emiliano, con a capo uno dei nomi più importanti ed influenti d’Italia

Marco Zucca
28/08/2014
Approfondimenti
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La prima giornata del campionato di Serie A 2014/2015 vedrà il Cagliari impegnato a Reggio Emilia contro il Sassuolo.
Una società, quella neroverde, capitanata da uno dei presidenti che potremmo definire tra i più potenti ed influenti d’Italia. Politicamente e calcisticamente parlando. Si tratta di Giorgio Squinzi. L’imprenditore, nato a Cisano Bergamasco nel 1943, è l’amministratore unico di Mapei, società per azioni fondata nel 1970 che opera nel settore della produzione di materiali chimici per l’edilizia, della quale detiene, insieme alla famiglia, il 93,95% delle quote. Dal 2012 Squinzi è però anche il presidente di Confindustria. Un incarico di non poco conto.
Il calcio, insieme al ciclismo, è la sua grande passione: è proprietario del Sassuolo dal 2002, anno in cui ha ricevuto anche una laurea ad honorem in Ingegneria Chimica presso il Politecnico di Milano. Piccolo particolare: nonostante detenga il Sassuolo, si professa tifoso milanista, come dimostra anche la cover del proprio smartphone. Incoerenza?
Squinzi è riuscito, in dodici anni di presidenza, a condurre la squadra di una città che nemmeno è capoluogo di provincia ad essere una realtà importante del nostro calcio. E ha cominciato ad investire somme di denaro sempre più copiose, dimostrando di avere a disposizione ingenti risorse finanziarie. E la scalata non è ancora terminata. La compagine neroverde, per la prima volta in massima serie nella scorsa stagione, è riuscita a salvarsi, grazie soprattutto al ritorno di Eusebio Di Francesco in panchina e ai rinforzi giunti nel calciomercato di riparazione. Nel corso della sessione che si concluderà il 1 settembre sono arrivati Vrsaljko dal Genoa, Peluso dalla Juventus e Kurtic dal Torino. Nomi di assoluto spessore e potenziali titolari, che vanno ad aggiungersi a una rosa già competitiva.
Una squadra, il Sassuolo, con uno stadio, quello di Reggio Emilia, che porta il nome dell’azienda di proprietà del presidente, destinata a crescere sempre più, ponendosi l’obiettivo di dare fastidio alle grandi, quali Juventus, Milan, Inter, Roma, giusto per fare i nomi più altisonanti. Il club, intanto, sta incrementando i profitti: il brand, nell’ultimo anno, ha prodotto un ritorno di quasi 56 milioni di euro dagli sponsor (ben 57 partner commerciali). Un dato, questo, che conferma come la società di Squinzi sappia ben operare. Si punta, per questo campionato, a raggiungere la soglia dei 10.000 abbonati.  E anche i ritorni dalle apparizioni tv (ben 163.000) sono stati pari a 55,7 milioni di euro. La visibilità della società, specie a livello internazionale, è aumentata in maniera esponenziale.
Forza politica, ingenti risorse e capacità di incrementare i profitti: tre ingredienti per fare del Sassuolo una big del nostro calcio. Se non ora, tra qualche anno. E la chiamiamo ancora “provinciale”?

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