L'importanza della preparazione pre-campionato

Cosa cambia e perché rispetto ai ritiri precedenti, nel calcio post-Covid

Mario Siddi
18/08/2020
Approfondimenti
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Che l'annata appena trascorsa sia stata particolare per tanti aspetti, è sotto gli occhi di tutti. Tra lockdown, protocolli, nuove regole, tempi ristretti, orari impossibili e temperature da infarto, quello che si è chiuso il 2 agosto infatti, è già stato consegnato alla storia come “il calcio al tempo del Covid”.

In virtù di questo, vale la pena analizzare i motivi e l'importanza del prossimo ritiro, almeno nei due aspetti fondamentali: cosa cambia e perché, rispetto al passato.

Cosa cambia

In casa Cagliari, oltre ai “fattori pandemici” comuni a ogni squadra e già di per sé difficili da metabolizzare, c'è anche il cambio tecnico in panchina (il secondo durante il centenario). Spetterà a Di Francesco, neo allenatore rossoblu, preparare il gruppo per il 15 settembre e restituire alla piazza una rosa pronta per la prima di campionato.

Se rispetto alle passate stagioni tuttavia, un “nuovo inizio” con un mister fresco di investitura alle griglie di partenza, è nell'ordine delle cose, il ritiro che sta per iniziare presenta anche l'aggravante della gestione delle “scorie” fisiche e mentali, del torneo “anomalo” appena concluso.

Si tratta infatti, nel rispetto della prassi causa Covid, in primis di recuperare gli uomini acciaccati e ritrovare la condizione pre-quarantena, e poi di lavorare sugli aspetti mentali. Elementi questi, spesso venuti meno nell'era Zenga, e da ritrovare in fretta per un buon approccio al nuovo corso targato Eusebio Di Francesco.

I perché

A prescindere dal mercato (in entrata o in uscita), la preparazione sarà fondamentale sia per  passare al 4-3-3, sia per focalizzarsi con l'importanza dei punti nelle gare ufficiali. Sfruttare il fattore “tempo” che Wlater Zenga non ha avuto per preparare le “13 finali”, è infatti al momento uno dei preziosi vantaggi di cui Di Francesco dispone.

Se stadi vuoti, lontananza dai tifosi, partite ogni tre giorni e ritmi da calcio d'agosto, davano quasi l'impressione all'atleta di giocare “la partitella del giovedì” con il pericolo (reale) di scambiarla con la sgambata in amichevole, cambiare rotta e abbandonare questo trend, è tutto ciò su cui lavorare da subito per scrollarsi di dosso il pericolo di abituarsi a tutto ciò.

Pubblico sugli spalti o meno infatti, chi doveva portare punti e risultati a casa, lo ha continuato a fare e probabilmente lo farà in futuro. Altre realtà (Cagliari compreso), hanno piuttosto “vissuto di rendita” grazie ai punti accumulati all'andata, terminando la stagione in modo deludente rispetto alle attese del centenario, certamente di livello superiore rispetto alla classifica finale.

La rivoluzione tanto attesa da Di Francesco avrà quindi sia una valenza tattica che una mentale, e passerà da un ritiro pre-campionato diverso da annate precedenti. Capirne l'importanza a proprio vantaggio, sarà essenziale per dare nuova mentalità e volto al Cagliari che verrà.

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