Se l'esordio post Covid a Verona dopo 3 mesi di stop ha mostrato un approccio troppo morbido alla gara, con successiva sconfitta e meritato mea culpa, il Cagliari di Zenga visto in scena a Ferrara, ha fatto certamente qualche passo avanti.
Detto da subito che il ritmo attuale della serie A non è certo quello delle partite a mille all'ora, aspettarsi un calcio brillante in questa fase sarebbe dunque chiedere troppo. Al netto delle criticità presenti (e per ogni squadra) tuttavia, il peso dei 3 punti contro la Spal non sminuisce di un milligrammo l'importanza del successo rossoblu almeno per 2 ragioni.
La prima - Vincere non è mai scontato. Neanche contro i penultimi della classe, soprattutto se gli affronti in casa loro, e hanno nel cuore la voglia matta di provare a metterti ko. Il passo avanti di Simeone e compagni rispetto a Verona è stato quello di aspettare con pazienza il guizzo giusto e di punire senza pietà a tempo debito (quasi allo scadere), mettendosi alle spalle sia il grosso brivido sulla parata di un Olsen maestoso, sia la fisiologica frustrazione di un gol che non arrivava e che in altri tempi, avrebbe fiaccato tutta la squadra ben prima del 93'.
La seconda - Si resta mentalmente attivi rispetto al futuro. Nel senso che tornare vittoriosi da una trasferta (ovunque sia) è segno di un collettivo che, se vuole, può dire la sua. Di certo non roba da poco, per un gruppo che deve continuare a motivarsi su se stesso, e assicurarsi fino alla fine il giusto focus per non mollare la presa a ridosso dei posti europei. Tensione positiva appunto, che se resta alta, obbliga ad allenarsi al massimo e stare concentrati in ogni match fin dal fischio di inizio.
Probabilmente l'unico modo per stare sul pezzo e senza cali di tensione, come i primi 35 minuti del Bentegodi, per fortuna non inscenati con la Spal.
Cosa aspettarsi nel prosieguo?
Nessuna alchimia particolare. Giocare a calcio cercando sempre il massimo del bottino fino all'ultima di campionato.La giusta tensione emotiva in una squadra, basta e avanza, se ad essa corrisponde la percezione di essere ancora in corsa per qualche obbiettivo. Quale sia, lo diranno le prossime gare.
Proseguire coi risultati resta l'unico modo (adesso) per non tirare precocemente i remi in barca e non staccare la spina psicologica di un centenario potenzialmente, ancora in grado di dare soddisfazioni.