Quando "la festa" non ammette il lutto: la vergogna di Parma, nessun ricordo per Roberto Dore

Ieri al Tardini, proprio nel giorno di Parma-Cagliari, nessun ricordo per Roberto Dore. I festeggiamenti per il centenario del club emiliano non lasciano spazio alla memoria e al ricordo

Davide Zedda
16/12/2013
Approfondimenti
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Siamo rimasti tutti molto colpiti e addolorati alla notizia della prematura scomparsa dell’ex portiere sardo del Cagliari Roberto Dore. Una brutta notizia, un dolore vero, sincero, quello dei tifosi, sia sardi che del Parma, città e squadra dove Roberto ha lasciato un ricordo indelebile.

Una morte assurda, improvvisa che è caduta sulla testa di tutti, compresa quella dei suoi ex compagni di squadra – Copparoni e Corti – solo per citare i due che la nostra redazione ha sentito dopo la scomparsa del caro Roberto.

Ma la festa è la festa, e i festeggiamenti non permettono il ricordo, meno che mai nel giorno in cui, guarda cosa ti combina il destino, va in scena a pochi giorni dalla morte del portierone, proprio Parma-Cagliari. Nessun lutto al braccio, nessun minuto di raccoglimento, nulla doveva “disturbare la festa” del centenario della fondazione del club emiliano.

Nulla; perché quello striscione celebrativo enorme doveva ricoprire l’intera curva parmense senza che si dovesse “impigliare”. Nulla; perché la foto ricordo del Parma - che ieri indossava una riproduzione della maglia della squadra identica a quella che indossavano i calciatori del club parmense nel 1913 - non poteva dare “luce” e concedere spazio a chi spazio non ha più perché volato via troppo presto. Ieri al Tardini non bisognava disturbare, non bisognava stravolgere il cerimoniale – a tratti perfino ridicolo – messo in scena tra striscioni, maglie, bandierine, foto, in uno stadio che neppure nel giorno dei festeggiamenti per il centenario della squadra gialloblù, è risultato pieno, nonostante i prezzi popolari.

La società del Parma e la Cagliari Calcio hanno perso un’occasione: quella di saper gioire pur ricordando: il lutto al braccio e un minuto di raccoglimento non avrebbero sminuito la festa, l’avrebbero, al contrario, resa piena, indimenticabile, come indimenticabile resterà il caro Roberto Dore. 
È andato via in punta di piedi, in silenzio, Roberto: nessuno, ieri al Tardini, ha voluto disturbarlo con un applauso o un momento di raccoglimento, né con un simbolo, quello del lutto al braccio. Anche ieri, ha perso il calcio, ha perso lo sport.

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