Più e più e volte la tifoseria rossoblù è stata chiara, Conti e Cossu meritano di continuare a vestire la maglia rossoblù. Se la società non fosse stata rilevata da Tommaso Giulini, probabilmente Conti avrebbe trovato un accordo con Massimo Cellino, invece per Cossu le possibilità sarebbero state vicine allo zero. Il biglietto da visita della nuova società è stato chiaro: allenatore da grandi piazze in grado di attirare un numero cospicuo di tifosi allo stadio e rinnovo immediato per il capitano, che proprio con il boemo aveva iniziato la carriera nella capitale. Stadio, allenatore e rapporto con i tifosi gli aspetti che immediatamente sono stati curati e incanalati in binari ben precisi.
Il capitolo Cossu merita un’analisi a se stante. Il giocatore rimarrebbe anche al minimo salariale pur di concludere la carriera con la maglia della squadra della sua città, davanti a quella tifoseria di cui è un membro orgoglioso. La società sta facendo di tutto per convincere Zeman ad accettare di avere in rosa un giocatore che mal si sposa con il credo tattico e il modulo adottato dal boemo. Infatti la figura del trequartista non è contemplata dall’integralista boemo che ha bisogno di attaccanti rapidi e tecnici capaci di svariare su tutto il fronte d’attacco. Con il passare degli anni Cossu ha ridotto notevolmente il suo raggio d’azione, cosi come il suo minutaggio; rimanesse un altro anno in rossoblu, vedrebbe ulteriormente diminuito il suo impiego. Nell’ultima stagione Cossu, dato il scarso utilizzo e il futuro nebuloso spesso è apparso nervoso, così come poco lucido nel rettangolo di gioco. Dovesse riuscire nell’intento di strappare un nuovo contratto dovrà saper mordere il freno nei momenti in cui giocherà meno, ma soprattutto contribuire a tenere unito uno spogliatoio che ha fatto la fortuna del Cagliari negli ultimi anni. Inoltre siamo sicuri che lui, cosi come gli altri capitani di lungo corso sapranno, ma soprattutto dovranno infondere e instillare quella passione e quell’attaccamento verso dei colori che in molti hanno come seconda pelle.