La sentenza

Leonardo Pavoletti dimostra con i gol di essere uno degli attaccanti italiani più decisivi negli ultimi metri del campo, soprattutto sui palloni alti

Antonello Cossu
19/02/2019
Approfondimenti
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“E’ un uccello? E’ un aereo? No, è Pavoletti!”.

Qualsiasi fumettista scriverebbe pressapoco così se il protagonista principale delle proprie storie fosse il numero 30 rossoblù, il quale - proprio come Superman ama fare sopra i palazzi di Metropolis - ogni tanto si diletta a volare sulla testa dei difensori di mezza Serie A.

Il suo asso nella manica? Ovviamente lo stacco di testa, ancor di più se in corsa (il cosiddetto terzo tempo) e negli ultimi 11 metri, specialità nella quale è sul podio dei migliori giocatori d’Europa. Ancora (quasi) sorprende la facilità con cui ‘Pavoloso’ riesce di frequente a colpire il pallone crossato da un compagno prima del diretto marcatore e a spedirlo spesso in rete.

Quasi sì, perché in fondo tutti conosciamo Pavoletti e sappiamo che con lui in campo, se sta bene fisicamente e dalle fasce piovono i cross, prima o poi il gol arriva, puntuale come una sentenza di morte. Lo dimostrano i suoi numeri oltre che le sue prestazioni: con la doppietta firmata contro il Parma ammontano a 44 le reti in Serie A (9 in questa stagione) dell’ex Napoli e la metà esatta è stata realizzata di testa.

Un ottimo bottino per un ottimo attaccante che ha sempre avuto il gol nel sangue e proprio a suon di reti in giro per l’Italia si è conquistato con impegno il massimo campionato e l’affetto di tante tifoserie, compresa quella del Cagliari che se lo gode attualmente e spera di farlo per più tempo possibile.

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