Era arrivato a Cagliari in punta di piedi, senza fare troppo rumore e senza annunci roboanti, forse persino circondato dallo scetticismo della piazza.
Già, sembra impossibile oggi che le cose vanno bene ma Rolando Maran qualche mese fa non godeva della stessa fiducia che "il mondo rossoblù" attualmente gli concede. Non fu propriamente un colpo di fulmine, diciamo.
Anzi, i primi tempi - successivamente all’avvicendamento della guida tecnica - si percepiva nella gente la voglia di cambiare spartito rispetto alle ultime deludenti annate, di provare a giocare nei campi di Serie A un calcio offensivo che avrebbe potuto riaccendere l’entusiasmo sopito dello stadio e della tifoseria.
Ed in questo senso Maran, che arrivava da buonissime stagioni al Chievo ma decisamente poco improntate allo spettacolo, non convinceva la parte più romantica e di conseguenza meno razionale del calcio: i tifosi.
Gli ci è voluto tempo e tanto lavoro, sconfitte, vittorie e qualche intuizione vincente però, quasi al termine del girone d’andata, finalmente il tecnico ha raccolto ciò che aveva seminato nei mesi precedenti: oggi il Cagliari è una vera squadra, composta da elementi che lottano insieme per contribuire a raggiungere l'obiettivo fissato il primo giorno di allenamento.
Maran deve essere soddisfatto per l'ottenimento di questo grande risultato e contemporanemante continuare a insistere sulle proprie convinzioni per poter avere la possibilità, un giorno, di lottare per posizioni di classifica nobili.