Due facce opposte di una stessa medaglia che testimoniano da una parte che la classe non è acqua, dall’altra un (fisiologico) calo delle tue prestazioni sul terreno di gioco anche se la tua storia non mente e parla per te. Darijo Srna reincarna perfettamente queste due situazioni così diverse eppure così vicine.
Il suo inizio in Italia con la maglia del Cagliari è stato degno di un grande film d’autore, con diverse prestazioni di livello e di ottima qualità che hanno incantato gli occhi dei tifosi, poi dall’l’infortunio contro il Bologna in avanti, nel numero 33 rossoblu è scattato un calo fisiologico, che però non è sintomo di una crisi destinata a non finire.
Anche contro il Frosinone allo Stirpe nella giornata di ieri si è visto un Srna diverso dal solito, più prudente e attento e nel contempo meno spregiudicato e pericoloso. Indubbiamente si tratta di una situazione alquanto sorprendente per essere vera (vista anche la storia e la caratura del croato tra club e nazionale) e viene lecitamente da chiedersi quale sia il vero Srna, ovvero quale faccia della medaglia tra la spregiudicata e la più accorta sia quella vera.
La risposta può essere proprio dietro l’angolo. La ripresa di Srna può arrivare, infatti, dalla sua completa evoluzione attraverso il giusto mix di entrambe le fasi (in quella difensiva ha qualche difficoltà di troppo a chiudere sull’avversario diretto, mentre a parti invertite, se coinvolto con i tempi giusti nella manovra, può essere l’arma in più).
Rolando Maran crede molto in lui e sa che un pieno recupero di Srna dentro al progetto tecnico del Cagliari sicuramente darebbe una scossa non da poco sia in termini di prestazioni sia in termini emotivi in prospettiva. Un segnale importante, di quelli che rimangono dentro, per guardare con fiducia al proseguo della stagione.