Cagliari, la partita portata via dal vento ed il lato buono della medaglia

L'analisi del match contro il Torino

Luca Neri
27/11/2018
L'Editoriale
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E il vento alla fine si porta via tutto, pure la partita, lasciando in dote zero gol, qualche infortunio e più di uno sbadiglio. Inutile pure la sfida a carte degli ultimi minuti tra i due allenatori, con sostituzioni coraggiose o circospette, con un senso più psicologico che tattico: la sensazione netta è che per sbloccarla ieri non sarebbero bastati altri quarantacinque minuti.

Paradossalmente a giocare meglio sono state le squadre a sfavore di vento: meglio il Cagliari nella prima frazione, decisamente superiore il Toro nella ripresa, a campi invertiti. La sliding door della gara arriva però col k.o. di Pavoletti, perché dall'uscita del 30 in poi i sardi risultano decisamente più rinunciatari, come se avessero fiutato la giornata storta e avessero scelto di pensare a non prenderle, in assenza dell'uomo in grado di darle.

Sembrerà quasi una frase fatta e scontata, persa nei meandri della sua sterile inutilità, ma ieri sera al Cagliari mancava il signore con la 29, l'eterno debitore con la cattiva sorte: Lucas Castro. Con la sua mobilità e il suo agire tra gli spazi l'argentino sarebbe potuto essere la variabile impazzita in grado di scompigliare qualche equilibrio in un Torino mai in apprensione. Purtroppo non si può ragionare al netto dei legamenti crociati, e allora la risultante è un Cagliari banale come non lo si vedeva da tanto, almeno tra le mura amiche.

Difficile anche stabilire se a livello di movimento qualcosa sarebbe potuto variare con Bradaric al posto di Cigarini, ma il dubbio resta: nessuno mette in dubbio le qualità del regista ex Atalanta, ma forse questa non era il match giusto per affidarsi al suo fosforo. Il Torino è notoriamente una squadra che fa della densità il suo leit motiv, e Cigarini agisce al meglio con qualche metro in più davanti, per pensare a ciò che calcia più che calciare ciò che pensa.

Guardando il lato buono della medaglia, i sardi si portano a casa un altro punticino, un altro mattoncino prima delle sfide terribili che si appresta ad affrontare. Non è tanto, ma è qualcosa. E forse, pesando infortuni e condizioni climatiche, va bene così.

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