Il momento più complesso e disorientante delle ultime settimane è arrivato ieri sera, con quella giocata di Antenucci che pareva una via di mezzo tra la condanna e l’irriverenza. In tempi passati probabilmente il Cagliari non avrebbe reagito ad una simile doccia gelata, ad un gol arrivato proprio nel momento in cui i sardi stavano producendo il massimo sforzo alla ricerca del pareggio.
Ieri ce l'hanno fatta nel modo più spontaneo e naturale possibile, facendo la cosa che più gli viene bene: alzare la palla, buttarla lì in mezzo e lì in alto, tanto lassù c’è ossigeno per una sola testa, ed è sempre la stessa.
Da quel momento è risultato quasi sillogistico il pareggio, con un altrettanto consequenziale gol di Ionita: il sigillo del moldavo è il giusto e atteso premio per un giocatore che sta cancellando i fantasmi del recente passato, ritrovando la versione non taroccata di sé stesso. Occhio, perché avere un Ionita al 100% può fare tutta la differenza del mondo, molto più di quanto si possa pensare.
Certo di fronte ad un pareggio in rimonta risulta decisamente più semplice analizzare prima il perfetto del perfettibile. Eppure ci sono diverse situazioni di gioco che ieri sera non hanno funzionato. Partendo dai singoli non si può far a meno di citare Srna, che probabilmente ieri ha disputato la sua peggior gara da quando veste la maglia rossoblù: il croato era decisamente in giornata no, con appoggi sbagliati, cross non all’altezza del suo nome e un’intensità di gioco da rallenty domenicale.
Probabilmente la luna storta girava un po’ per tutti nelle zona balcaniche, perché pure Bradaric non ne ha azzeccato mezza. Il regista rossoblù sta vivendo un pessimo periodo,e già qualcuno chiede la sua testa con resa incondizionata in favore di Cigarini. Al momento faccio fatica ad immaginare un rombo con Cigarini, Barella, Ionita e Castro, che sicuramente è tanto bello e affascinante sulla carta ma forse un tantino velleitario in pratica. Avere tre uomini di qualità a centrocampo necessita di una diga dal fisico quantomeno importante, e Bradaric lascia dieci centimetri in altezza a Cigarini, oltre ad essere tendenzialmente più bravo nel dare equilibrio sulle due fasi. Oggi non credo che Maran possa fare a meno di lui. Il playmaker scuola Parma, ad esempio, potrebbe trovare spazio in una mediana con Dessena, Barella e Castro.
Sicuramente qualcosa non funziona sulle letture dei tagli in mezzo all’area, fermo restando che (per quanto Lazzari sia bravo) non è pensabile che Padoin lasci arare la sua porzione di campo con questa facilità.
Ciononostante il Cagliari ha dimostrato per un’altra volta di essere durissimo a morire, con una tenacia ed una capacità di risollevarsi degna delle sette vite feline. Un’importante dimostrazione di forza pre-sosta: ora ci sarà tempo e spazio per ragionare sugli errori e correggerli: perché le vite son sette, ma ora ne restano sei.