Pinilla sta disputando la terza stagione in maglia rossoblù, caratterizzata da infortuni a ripetizione e un impiego a singhiozzo da parte di Lopez prima e Pulga poi.
Arrivato nell’isola nel gennaio 2012 è stato subito capace di dimostrare di essere un attaccante di categoria superiore, mettendo a segno 8 reti in 14 partite, mettendo in vetrina capacità e caratteristiche da vero trascinatore e bomber immarcabile. I tifosi se ne sono da subito innamorati, ma con il tempo l’attaccante cileno non ha saputo mantenere fede alle promesse, non riuscendo mai ad arrivare in doppia cifra per reti segnate. Infatti troppi infortuni e squalifiche figlie di un nervosismo ingiustificato lo hanno limitato nella sua esperienza rossoblù.
Le male lingue sottolineano come il cileno spesso non faccia una vita da atleta a 360 gradi e che abbia in testa di abbandonare una squadra che tra le carenze maggiori vede uno stadio da Terzo Mondo.
Dopo l’esplosione al Grosseto, l’esperienza al Palermo e l’arrivo in Sardegna in molti erano convinti e pronti a scommettere che la maglia rossoblù sarebbe stato il trampolino di lancio per l’affermazione in palcoscenici importanti, invece a 30 anni Pinilla è ancora in un limbo da cui, continuando su questi binari probabilmente non uscirà più.
Il futuro dell’attaccante cileno potrebbe essere lontano da Cagliari, anche se in una squadra in rifondazione come quella rossoblù, uno come lui rappresenterebbe un punto fermo, con l’occasione di un rilancio immediato. Il mondiale alle porte sarebbe dovrebbe regalargli un’insperata soddisfazione e una ventata di entusiasmo da tramutare in una spinta che andrebbe ad accompagnarlo nel prossimo campionato.
Appunto, il prossimo campionato presumibilmente sarà l’anno zero per il Cagliari dentro e fuori dal campo. Pinilla se decidesse di prolungare la permanenza nell’isola dovrà essere abile nel cogliere l’occasione di ripartire, riuscendo finalmente a mantenere le premesse intraviste solo parzialmente nella sua avventura rossoblù.