Il paradosso vuole che il tifoso rossoblù invidi quello nerazzurro per 363 giorni l'anno. In effetti la macchina dell'Atalanta fa gola (e fa gol) un po' a tutti, con la sua organizzazione, la sensazionalità dei suoi risultati e quella tendenza ad alzare l'asticella ogni anno che passa. Poi ci sono quei due giorni, quelli in cui Cagliari ci gioca contro. Ecco, in quei momenti le differenze si annullano, le gambe bergamasche tremano e riaffiorano, inesorabili, i fantasmi del passato. L'invidia cessa, perché alla fine vincono sempre i rossoblù.
Non ci è dato sapere se Gasp ci stia facendo l'abitudine, fatto sta che il Cagliari sta diventando un'autentica bestia nera per la Dea, che proprio non riesce a non perdere coi sardi. Che a volte vincono in bello stile, altre con la benedizione della sorte. Ieri con la lotta, coi denti e anche con la tecnica. Solo con quest'ultima si può gestire un vantaggio all'Atleti Azzurri d'Italia.
Il calcio è un gioco che si fonda su consapevolezze. I rossoblù ne stanno acquistando giorno dopo giorno, e anche Maran sta capendo cosa possa pretendere da dato gruppo. Ieri ha impostato una squadra dall'altissimo spessore tecnico, con dieci uomini di movimento tutti in grado di giocare il pallone. Per poter sostenere una squadra di palleggiatori (basti pensare che i terzini fossero Srna e Padoin, quattro piedi educatissimi) ha sollevato in centimetri la diga di centrocampo, rimpiazzando i 175 cm di Cigarini con i 185 di Bradaric (non casuale). Ha neutralizzato le fonti di gioco dell'Atalanta andando a prenderla altissima e ha insistito sul terzetto Castro-Ionita-Barella dietro alle due punte. In questo modo l'attacco rossoblù non si ritrovava mai in inferiorità numerica, come spesso potrebbe accadere con le difese a tre. Poi la partita la si sblocca da palla inattiva, vero, ma i sardi legittimano il vantaggio dalla zuccatina di Pasalic in poi.
L'Atalanta ci prova ma sbatte, perché Srna non è un bluff e probabilmente non lo è nemmeno Klavan, che annulla Zapata a braccetto con Romagna. La notizia più bella, non me ne voglia il resto della ciurma, è il ritorno a livelli altissimi del signore con la 18. Nicolò Barella, dopo un inizio appannato, si carica il Cagliari sulle spalle e ricorda allo stivale perché da ieri notte dorme a Coverciano. Dopo la sosta si vedrà il miglior Barella e i suoi veri polmoni, nel frattempo Maran si coccola quello in versione nazionale che, almeno per qualche sera, issa i sardi a +1 sul Milan e a pari punti con Roma e Inter.
Tutto sommato non male per prendersi una pausa.