È difficile lasciarsi andare. Ma se diventa necessario, se proprio non è possibile fare altrimenti, facciamolo nel momento giusto. Non era ieri, non è stato oggi. Lo hanno capito entrambi, e Barella vestirà ancora per un altro anno la maglia rossoblù.
Non era la scelta migliore per nessuno. Tanto per cominciare, per il Cagliari il momento storico non era propizio per sperare nell'assegno grosso, così come non lo era per Nicolò per strappare l'ingaggio pesante: qualche partita steccata nel finale di stagione scorso e qualche cartellino di troppo avevano leggermente attenuato i riflettori che si erano prepotentemente accesi su di lui durante l'inverno, e la fama del "cattivo" ha contribuito a far diminuire l'effetto asta su di lui. Alcune pretendenti si son defilate, sino a lasciare la sola Inter a trattare il 18 sardo.
Difficilmente i nerazzurri si sarebbero spinti oltre il trentello, cifra abbondantemente al di sotto del target fissato dal Cagliari per la sua eventuale, futura, e forse irrinunciabile, cessione.
L'altro dato a favore della permanenza è tutto interno, e lo si è apprezzato nella sfida di Coppa Italia, quando Maran ha schierato Barella dietro alle punte: il nuovo Cagliari vedrà l'ex Como al centro del gioco, con dieci giocatori a giostrare intorno alla vera stella di questa squadra. In questo modo, quella che sarebbe potuta essere una stagione da scudiero in una grande, potrebbe diventare l'annata della definitiva consacrazione di Nicolò, con gli occhi del CT Mancini vigili e attenti ad ogni sua mossa.