Cellino ferito nell'orgoglio dalla curva del Cagliari

Il presidente rossoblù amareggiato per gli insulti subiti nel corso della gara contro il Parma. Ora cessione in stand by?

Marco Zucca
30/04/2014
Approfondimenti
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È stato sommerso di fischi nel corso delle recenti partite giocate in quel rudere quale è il Sant’Elia, l’ultima delle quali condita da un inequivocabile striscione: “L’ingratitudine è il tuo mestiere, rispetto per le bandiere”. Sì, quei Conti e Cossu che potrebbero non vedersi rinnovato il contratto, in scadenza il prossimo 30 giugno. Chiamiamola riconoscenza.
Massimo Cellino ha i piedi in due staffe: uno vaga per le strade di Cagliari, ma sembra pronto per spiccare il volo verso altri lidi, l’altro corre lungo lo Yorkshire inglese, inseguendo una Ferrari che ancora non carbura come dovrebbe.

Il lunatico patron rossoblù nel corso della partita contro il Parma è rimasto particolarmente amareggiato per il “trattamento” offertogli dalla curva cagliaritana. Gli insulti dei supporters lo hanno fatto infuriare, tanto da spingerlo a lasciare il Sant’Elia al termine della prima frazione di gioco.
Ma, probabilmente, hanno fatto scattare in lui anche la scintilla dell’orgoglio, quello che non ha mai perso e che rispolvera nei momenti più complessi. Che non intenda più vendere, dunque?

Come da lui stesso affermato: “La società è mia, decido io se e quando lasciare”. Cellino, infatti, potrebbe per il momento pensare di mantenere due club, il Leeds e il Cagliari, fino a quando la compagine inglese non verrà promossa in Premier League. Lì, infatti, potrebbe esserci lo smantellamento della società di Viale La Playa, con un esodo di giocatori dai lidi sardi alla piovosa Inghilterra. E maturerebbero i tempi per una definitiva cessione.

Tuttavia, è giusto ricordarlo, il presidente è un grande tifoso del Cagliari, e nonostante le dichiarazioni totalmente fuori controllo degli ultimi mesi, su tutte quella riguardante lo scomodo e inappropriato paragone tra la Ferrari inglese e la 500 sarda, siamo certi venderà la società rossoblù a una cordata seria e affidabile.

Non dimentichiamoci che, non molto tempo addietro, rifiutò le avances di Porcedda (conosciamo tutti com’è andata a finire la breve esperienza bolognese), dell’amico Zuncheddu, e a gennaio i petroldollari della famiglia Al Thani. Per questo, finché il manager Silvestrone non uscirà allo scoperto rendendo pubblico il nome del gruppo interessato a rilevare la Cagliari Calcio e a costruire il nuovo stadio, non se ne farà nulla. Cellino, da sardo vero, si fida di poche persone.

Attendiamo, dunque, ulteriori sviluppi, ma non aspettiamoci colpi di scena. Finché Cellino non deciderà che sia arrivato il momento giusto per lasciare, dovremo ancora chiamarlo “Presidente”.

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