Errare humanum est, perseverare autem diabolicum. C’è chi nel Cagliari ha sbagliato e perseverato fin troppo nel corso di questo campionato, proponendo un modulo di gioco che per limiti tecnici, e non solo, ha prodotto nel corso della stagione più dolori che gioie. Il tecnico Lopez, al suo arrivo, col passaggio al 3-5-2 pareva aver trovato la quadratura del cerchio, rendendo più equilibrati i reparti e subendo meno in fase difensiva.
Quando il “giocattolo” si è sfaldato, però, sono venuti al pettine tutti i nodi di un sistema di gioco poco efficace, specie sulle corsie esterne, con i laterali decisamente non pronti, fisicamente e tecnicamente, per sostenere ritmi che proprio non si confacevano con le loro caratteristiche. Il solo Faragò, probabilmente, si è guadagnato gli applausi, per l’impegno e per aver servito la maggior parte degli assist a Pavoletti.
Contro la Sampdoria la goccia che ha fatto traboccare il vaso è caduta durante la prima mezzora di un disastroso primo tempo: i rossoblù, decisamente mal schierati, si sono trovati in balia della tempesta doriana, incapaci di reagire. A tutti coloro i quali comprendessero un minimo di calcio è parso che la squadra sarda fosse mal “sistemata” in campo, con gli esterni che non riuscivano né a difendere, né tantomeno ad offendere, con gli attaccanti abbandonati al proprio destino e il centrocampo poco propenso ad impostare e fare filtro. Il risultato sono stati 2 gol presi e un rigore fallito dagli avversari.
Quando anche il mister Lopez ha finalmente capito di dover cambiare, era troppo tardi. Eppure i cagliaritani hanno avuto un sussulto d’orgoglio tra la fine della prima frazione, quando Farias si è visto negare da Viviano la gioia del gol, e l'inizio della seconda, dove Pavoletti ha trovato la rete della bandiera. La squadra, per carità, ha subìto anche nella ripresa, ma è parsa quantomeno equilibrata e capace di fronteggiare di più le sortite dei padroni di casa.
Riproporre il 3-5-2 contro la Roma? Riteniamo possa essere pura utopia. Il Cagliari sarà chiamato a lavorare sulle certezze: una di queste è rappresentata dal caro 4-3-1-2, col quale i rossoblù hanno costruito le gioie delle scorse due stagioni. E il quartetto difensivo, complice l'assenza per squalifica di Castan e la dubbia presenza di giocatori che ieri hanno lavorato a parte (Miangue, Pisacane e Romagna), parrebbe essere (quasi) scontato: al centro Ceppitelli-Andreolli e sulle fasce da una parte Padoin e dall'altra Faragò. Nel caso in cui quest'ultimo venisse schierato in mediana, dove ha dimostrato di essere efficace, Padoin verrebbe spostato a destra, con Lykogiannis a fare il quarto di sinistra.
Il tempo degli esperimenti è terminato: per raggiungere una complessa salvezza si deve far ritorno alle vecchie abitudini.