Una delle poche piacevoli sorprese del campionato rossoblù in corso è Paolo Faragò. Il giovane, classe 1993, giunto in Sardegna nel gennaio del 2017, ha dovuto sacrificarsi tanto prima di poter ottenere un posto nell’ undici titolare cagliaritano.
Nel corso della corrente stagione spesso è stato schierato come terzino da Massimo Rastelli, senza però ottenere dei buoni risultati. Con l’arrivo di Diego Lopez e lo spostamento nel suo ruolo naturale, quello di esterno di centrocampo, il numero 16 cagliaritano ha iniziato una fase di crescita straordinaria.
Con due gol e cinque assist all’attivo il giovane calabrese si è ritagliato un ruolo da protagonista tra le fila della compagine isolana, instaurando un’ottima intesa con Nicolò Barella, spesso suo vicino di reparto.
Dopo una fase di costanti miglioramenti Faragò ha attraversato un breve periodo di stasi, in cui il suo talento, forse appesantito dalla fatica dei tanti minuti sulle gambe, è rimasto nell’ombra, per sbocciare poi nuovamente come la Primavera.
Durante la gara contro il Bologna, dopo aver disputato soltanto 40 minuti a San Siro contro i nerazzurri, il calabrese, nonostante la piattezza della gara, ha dato ancora una volta prova del proprio talento, realizzando ottime giocate in compagnia del ben più navigato Marco Sau.
Con l’avvicinarsi della chiusura del campionato e l’urgente necessità di punti da parte degli uomini di Diego Lopez, un giocatore come Paolo Faragò risulta fondamentale per la squadra cagliaritana. Raffinatosi, nel corso degli ultimi mesi, nella fase di copertura e specializzatosi in quella offensiva, con buon tiro e capacità di eleganti lanci chirurgici per
Leonardo Pavoletti, il numero 16 sembra uno dei giovani più indicati a sacrificarsi per la causa isolana.
La salvezza è ancora da inseguire e a Paolo Faragò, in particolare, si richiede ancora un ultimo strappo per concludere al meglio una stagione per lui particolarmente propizia.