90' minuti di siesta. È stata una noia mortale, un'ora e mezzo di dormita in una partita che bisognava vincere e così non è stato. Perché è inutile parlare di punto guadagnato, di traguardo salvezza più vicino, da questa partita bisognava tornare a casa coi tre punti in saccoccia. Solo così avrebbe avuto senso lo scempio di San Siro.
Invece il Cagliari blocca il Bologna sullo 0-0 (e non viceversa), il Crotone rimonta ad Udine con quel cuore e quella grinta che dalle nostre parti non avrebbe fatto schifo e il cuscinetto-salvezza resta di quattro punti, ma con una diversa avversaria: la Spal. Il problema è che il calendario è sincero ed impietoso, e annuncia quattro impegni da inferno per i rossoblù. Nelle prossime settimane si affronteranno, nell'ordine, Sampdoria, Roma, Fiorentina ed Atalanta: tre squadre che si giocheranno l'Europa, una la Champions, e non potranno assolutamente permettersi passi falsi.
Esattamente come il Cagliari, che però in questo periodo rende davvero difficile la ricerca ad un modo con cui potrebbe impensierire il poker di rivali nelle prossime settimane. I sardi non giocano, e se giocano lo fanno male o malissimo. L'unica occasione prodotta finisce purtroppo sui piedi e non sulla testa di Pavoletti, e quando non si tratta di incornare ma di calciare il risultato è ben più modesto. In questo si nota la mancanza di un giocatore offensivo dalla grande qualità, di quel 10 più volte invocato durante la stagione, di un elemento là davanti in grado di cambiare le partite piatte con una giocata. A Cagliari invece le partite piatte restano piatte, partono male e finiscono peggio, anche quando ci si gioca un'intera stagione.
Da un lato la retrocessione al momento è uno spauracchio e resta tale, dall'altro lo spettro potrebbe lentamente concretizzarsi nelle prossime settimane qualora i sardi non riescano a strappare almeno una mini impresa. E oggi, con questo Cagliari e questo furore agonistico, pensare a zero punti nelle prossime quattro gare non sembra poi una follia.