Nella mente di tutti il ricordo è ancora nitido e funesto: il Cagliari che saluta capitan Conti nello strazio di una stagione nera, sviluppatasi a cavallo di Zeman, Zola, ancora Zeman e poi Festa e conclusasi con la sciagurata retrocessione in B. Un'annata storta, di quelle in cui la palla non ruota, il vento non cambia direzione e la sorte non gira. Un'annata maledetta irripetibile. O forse no. Perché numeri alla mano il Cagliari targato Rastelli-Lopez non è tanto meglio di quello sardo-boemo, anzi.
Sono già diciannove le sconfitte rimediate dai rossoblù in questa stagione, appena una in meno di quelle patite l'anno della retrocessione: con cinque gare ancora da giocare il dato è pienamente e preoccupantemente estensibile. Persino i gol subiti, 68, che sembravano esagerati e classici della spregiudicata gestione Zemaniana, non sembrano così distanti dai 56 attuali. Basterebbe prendere 12 gol nelle ultime sfide per eguagliare questo tremendo score, con la sostanziale differenza che quell'anno i gol segnati furono 48 a fronte dei 30 attuali.
Certo, quell'anno arrivò la retrocessione e i 34 punti totali sembrano raggiungibili se si considerano i 32 attuali. Eppure, stando alle sconfitte e ai gol subiti, quell'annata non fu tanto più negativa, anzi. Almeno numeri alla mano.