Una sconfitta sonora (e non è la prima in questa stagione) deve essere dimenticata al più presto, per evitare che possano esserci ripercussioni nelle successive uscite. Il Cagliari, per scongiurare il pericolo, ha scelto ancora una volta la via del ritiro. I rossoblù, dopo essersi allenati ieri a Novarello, hanno fatto ritorno in Sardegna, e rimarranno ad Asseminello fino alla delicata sfida contro il Bologna, decisiva ai fini della conquista di preziosi punti per la permanenza in A.
Ma quali possono essere i pro e i contro di un ritiro?
Sicuramente un aspetto positivo è il compattare (o ri-compattare) il gruppo, creando quell’intesa e quell’alchimia forse perdute strada facendo. Inevitabile, comunque, che anche vivendo assieme per l’intera giornata continuino ad permanere all’interno della rosa i soliti “gruppetti”, aspetto comune in una squadra. Durante il ritiro Diego Lopez avrà l’opportunità anche di lavorare con maggiore attenzione sulla tecnica e sulla tattica, facendo in modo che possano essere sviluppate efficaci trame di gioco che conducano a cross e soprattutto conclusioni verso la porta, per far dimenticare il desolante 0 nella voce “tiri” emerso a San Siro contro l’Inter.
Un aspetto negativo, invece, è che alcuni giocatori soffrano la “reclusione”, percependo l’esigenza di stare con le proprie famiglie, al fine di rilassarsi e staccare la spina.
Un Filosofo, che nell’isola ricordano con estremo affetto per aver guidato i propri ragazzi a un’impresa storica, diceva: “Vanno in ritiro le squadre che stanno per retrocedere, e poi retrocedono lo stesso. Tanto vale non farli”. Ci auguriamo vivamente che il suo pensiero, questa volta, possa essere smentito, e che il ritiro restituisca al Cagliari la giusta linfa per battere il Bologna e compiere un decisivo passo verso una più che mai faticosa salvezza.