Il match di coppa che ha visto il Pordenone affrontare la formazione allenata da Lopez, si prefigurava come l’occasione ideale per diversi interpreti al fine di inviare chiari messaggi al proprio allenatore. Diversi segnali son stati resi evidenti, ma di matrice opposta rispetto a quella che era lecito aspettarsi.
Infatti tra le diverse “riserve” rossoblù che son state impiegate al cospetto della formazione friulana, solo capitan Dessena ha offerto una prestazione sufficiente culminata nel goal del provvisorio pareggio su imbeccata di Farias. Un esempio, caratterizzato da grinta e voglia di onorare una competizione spesso snobbata, non seguito da compagni poco utilizzati la domenica e che avrebbero dovuto sfruttare diversamente tale occasione.
Il Cagliari nel suo complesso ha dimostrato di avere ben poca voglia di passare il turno, subendo oltremodo una formazione che milita nel campionato di C. Un risultato inatteso, maturato dopo le prestazioni di Udine e quella casalinga con l’Inter, che lasciavano presagire un esito diverso in coppa e nelle partite a seguire.
Spesso si ricorre alla frase recitante “non tutti i mali vengono per nuocere”, ovvero la débâcle appena patita può e deve donare una scossa ad una formazione che pare aver acquisito sicurezza e tranquillità in misura eccessiva. Tali stati d’animo son parzialmente giustificati alla luce di una classifica meno preoccupante rispetto a quella restituita dalla gestione Rastelli, ma che non dovranno offuscare lo sguardo di chi sa che un atteggiamento non adeguato quali conseguenze può comportare.
La trasferta di Bologna offrirà l’immediata prova sulla comprensione del messaggio insito nel match di coppa, onde evitare di intraprendere nuovamente una rotta costellata da eccessive difficoltà e patemi d’animo ed in grado rimettere in discussione le certezze maturate.