Partita dura, come da previsioni. Sembrava una partita nata sotto una cattiva stella, con l’infortunio fulmineo di Ibarbo e l’uno-due del Sassuolo che ha momentaneamente spezzato il fiato alla squadra di Lopez. Ma i rossoblù sono comunque riusciti a rimettersi in carreggiata – più con l’orgoglio che con il gioco, va detto – e a riacciuffare un pareggio che, se non altro, impedisce il sorpasso del Sassuolo in classifica.
Il primo tempo ha messo in luce tutte le difficoltà del Cagliari a produrre gioco, completamente succube della manovra frizzante dell’undici neroverde: rossoblù annichiliti dal pressing asfissiante dettato dalla costante superiorità numerica a centrocampo degli uomini di Di Francesco, con i due esterni alti Masucci e Berardi sugli scudi, pronti a pressare per poi ripartire. Il doppio vantaggio – arrivato da un corner e da un infortunio di Astori – ha ulteriormente troncato le gambe al Cagliari, che ha subito il colpo ed è sembrato scarico dal punto di vista psicologico. Primo tempo che si è concluso senza una reazione da parte degli undici rossoblù: pochissime idee, lanci nel nulla e un Cossu opaco.
Senza le due principali frecce a disposizione nella faretra di mister Lopez (Ibarbo infortunato e Cossu assente ingiustificato) gli auspici per la ripresa non sembravano essere i migliori: ma, per fortuna, dagli spogliatoi è uscito un Cagliari diverso, se non altro dal punto di vista psicologico. Cagliari più convinto e propositivo, con il Sassuolo in controllo ma sempre più schiacciato nella sua metà campo. Il gol di Nenè apre l’ennesima rimonta rossoblù coronata grazie al gol del redivivo Sau, che premia la costante pressione dei sardi.
Partita dei rossoblù, dunque, a due facce: primo tempo brutto, che ha dimostrato diverse lacune dal punto di vista del gioco, che derivano soprattutto dalla mancanza di alternative al lancio in profondità. Secondo tempo tutto cuore e grinta, che per fortuna ha prodotto i suoi frutti evitando una sconfitta che avrebbe pesato anche dal punto di vista mentale.
Il carattere è una dote fondamentale per una squadra di serie A, e il Cagliari ce l’ha, non c’è dubbio: ma non può bastare sempre e solo quello. Manca un gioco ai sardi e, soprattutto nelle partite casalinghe, può essere un handicap. Prendiamo, per ora, quel che passa il convento.