Quella di Luca Cigarini è una carriera che si avvia verso la sua parte finale, dopo anni di promesse non mantenute e occasioni non pienamente sfruttate. Quella che gli è stata offerta dal Cagliari rappresenta forse l’ultima possibilità di affermarsi come il direttore d’orchestra indiscusso di una squadra di A, che deve trovare nella forza del collettivo le risorse per mantenere la categoria.
L’ex regista di Samp e Atalanta tra le altre, incarna perfettamente lo specchio della situazione che vive la formazione isolana. Prestazioni convincenti caratterizzate da un’identità comune e una buona condizione atletica di avvio stagione, hanno lasciato campo a una pochezza tattica accompagnata da un atteggiamento impaurito, culminato in quattro sconfitte, tre delle quali tra le mura amiche della Sardegna Arena.
Nei momenti di difficoltà che inevitabilmente vengono caratterizzati da una penuria di idee evidente, la possibilità di poter contare su un regista esperto ed in grado di offrire le giuste geometrie, dovrebbe consentire quantomeno l’occasione di limitare i danni. Tuttavia, nel match contro il Genoa, alle evidenti lacune collettive, Cigarini dal canto suo ha elargito una prestazione nettamente insufficiente, ricca di palloni gettati alle ortiche, palloni sbagliati e un dinamismo inesistente.
Un’ancora di salvezza su cui il Cagliari non ha potuto contare e che all’interno della rosa non vede un sostituto di ruolo.
Il momento del Cagliari sembra aggravarsi di giorno in giorno. Tutti i componenti della rosa sono chiamati ad elevare quanto prima il proprio rendimento.
Nonostante le sei sconfitte in otto match, la classifica al momento non fa paura quanto dovrebbe; evitare che inizi a farlo dalle prossime fondamentali partite è l’obiettivo primario di una squadra che attraverso un gioco ben definito che passi anche e soprattutto dai piedi del suo regista, deve prontamente ripartire.