Chi l’ha visto?

Il Cagliari conferma ancora una volta tutti i suoi limiti nell’affrontare le trasferte

Marco Castoni
31/03/2014
Approfondimenti
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Alla vigilia della trasferta in casa granata, la vittoria infrasettimanale ai danni del Verona pareva aver regalato un nuovo modulo e la certezza di una finale di stagione più tranquillo in casa rossoblù.

Lopez riconfermando modulo e uomini, con l’unica eccezione di Conti al posto di Vecino, puntava a mantenere il pallino del gioco, cosi togliendo spazio ed idee al centrocampo di Ventura magistralmente guidato da un giocatore come Vives.

Purtroppo però il Cagliari ha ampiamente dimostrato in questa stagione, che in trasferta pare essere in gita o meglio avere il ruolo che hanno le sparring partners degli Harlem Globetrotters, ovvero quello di essere derise e soccombere puntualmente.

Il possesso palla come al solito è risultato sterile ed incapace di imbeccare gli avanti di Mister Lopez, che a parere dell’allenatore Ventura migliora partita dopo partita. Probabilmente l’ex Mister rossoblù intendeva la versione casalinga del giovane direttore d’orchestra uruguaiano, perché nel ruolo d’ospite il suo è sempre e solo un elettroencefalogramma piatto. I paragoni sono improponibili tra un vecchio lupo di mare come Ventura e il neofita Lopez, ma ciò che immediatamente deve copiare il pupillo di Cellino dall’ex non tanto amato è la capacità di far cambiare mentalità a squadre, come dimostra il Torino, che negli ultimi anni lottavano per non retrocedere e poco altro.

Un Nenê in grande spolvero ha ricevuto un solo pallone giocabile e questo ha portato alla rete che ha accorciato le distanze, Cossu inserito troppo tardi, mentre Avelar apparso spesso in ritardo ha dimostrato la necessità di alternarsi più spesso con un Murru che deve ritrovare una condizione accettabile e una maglia da titolare al più presto. Ibarbo continua a mostrare le sue doti, che risultano ampiamente poco utili al gioco di squadra, mentre Sau tra tribuna e strani infortuna sta bruciando la dote guadagnata con merito la scorsa stagione. Infine Eriksson e Cabrera sono rientrati con una prestazione tutta grinta e cuore nella loro normalità, ma dai due rincalzi non ci attende certo che facciano i cosiddetti bambini con i baffi.

Quest’anno, facendo tutti gli scongiuri del caso, il Cagliari raggiungerà la tanto agognata salvezza, ciò soprattutto per demeriti altrui che per meriti propri. Infatti insieme al fanalino di coda Catania, la formazione sarda è l’unica ha non avere centrato nessuna vittoria in trasferta; un dato incredibile se si osserva la rosa e gli uomini che vestono la gloriosa maglia rossoblù.

La prossima stagione è ricca di incognite e interrogativi, partendo dallo stadio arrivando sino alla società, passando per chi si accomoderà in panchina a guidare i ragazzi rossoblù. Una cosa dovrà essere chiara e certa, la salvezza si costruisce indubbiamente tra le mura amiche, ma senza qualche scorribanda in casa altrui non si possono dormire sogni tranquilli, ne tanto meno fare sogni di gloria.

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