"Il Cagliari? Una questione di cuore: voglio entrare nella storia di questo club". Racconta Marco Sau ai microfoni di gianlucadimarzio.com.
"La fascia da Capitano? Se penso a chi l'ha indossata..."
Pochi gol
"Mettiamoci un po' di tutto. A volte può essere sfortuna, altre magari non sei stato sufficientemente bravo e freddo. Tengo anche una terza opzione, il modo di giocare. Nel calcio ci vuole un pizzico di fortuna, anche nel fare gol: ci sono periodi in cui basta sfiorare il pallone ed entra, altre in cui fai più fatica perché magari arrivi stanco all'appuntamento. Per quanto riguarda me alla fine mi sento a posto con la coscienza perché il mio contributo l'ho sempre dato sotto forma di corsa e impegno".
Il peso della maglia del Cagliari
"Indubbiamente ha un peso, tutti i tifosi tengono ai risultati della squadra. Poi ci sono quelli più accaniti, che fanno dipendere il loro umore dall'andamento del Cagliari. Però a loro dico che io sono il primo a soffrire quando non vinciamo e quando non riesco a segnare:li capisco e possono stare tranquilli. Indossare la maglia rossoblù significa giocare per la squadra che sogni fin da bambino e per una terra che ami".
La fascia da Capitano
"La fascia pesa e non mi sento ancora pronto per identificarmi come punto di riferimento. Metto a disposizione tutta la mia esperienza, ma se guardo chi l'ha portata prima di me mi vengono i brividi. E' un grandissimo onore e spero con il mio comportamento di essere all'altezza".
AL Foggia l'incontro con Zeman
"Esperienza fantastica, sono stato benissimo e da lì è nato tutto perché ho incrociato il maestro Zeman e ho iniziato a segnare tanti gol: gli devo molto".
Quando smetterò?
"Ancora presto, ora voglio solo giocare e non farmi condizionare. Al momento opportuno penso che i segnali del corpo faranno scattare qualcosa in testa. E' un giorno ancora lontano però, adesso voglio entrare il più possibile nella storia del Cagliari e segnare tanti gol. Puntare Riva e Suazo? Obiettivo difficile, ma non nascondo che mi piacerebbe".