In quel dei Quartieri Spagnoli, c’era un ragazzo pieno di speranze che dava i primi calci ad un pallone. A distanza di 20 anni, sta per realizzare il sogno di esordire al San Paolo di Napoli, il capoluogo della regione che l’ha fatto crescere e diventare calciatore.
Intervistato dalla Gazzetta Dello Sport, il 31enne difensore del Cagliari, Fabio Pisacane, si racconta a 360°: tra carriera, momenti difficili e soddisfazioni importanti.
Ecco le sue dichiarazioni:
La rivalità tra Cagliari e Napoli? Io non entro in queste situazioni, anche perché a Cagliari sono ospite e non mi permetterei assolutamente di entrare in certe dinamiche. Penso che il calcio debba unire. Il mio sogno sarebbe vedere le due tifoserie unite, così come fa mio figlio all’asilo con i suoi compagni cagliaritani.
Il Napoli? È una squadra che esprime il calcio più bello d’Italia. Sarri sicuramente è un grande maestro. Ha portato un’importante ventata di freschezza alla Serie A. Il San Paolo? Dall’ultima volta in cui ci sono andato, ero ancora fidanzato con colei che sarebbe diventata mia moglie. Era il 2007. Il Cagliari di Giampaolo si impose per 2-0 grazie alle reti di Alessandro Matri e Pasquale Foggia.
Rastelli? Gli devo molto. Ha fortemente creduto in me sia come calciatore sia come uomo. Entrambi avevamo una dura mission da affrontare: vincere la B con il Cagliari. In Sardegna ho giocato in un nuovo ruolo: quello di esterno basso a destra. Nessuno mi ha favorito o regalato niente: ho sempre pensato che se volevo raggiungere la Serie A, dovevo vincere un campionato. Considero Cagliari la mia università, dove ho imparato tanto e coronato un sogno.
I numeri della nostra difesa? Su 34 partite, ne avremo sbagliato almeno 6. Se in quelle gare, non avessimo sbagliato, il Cagliari verrebbe considerato quasi perfetto. Non dobbiamo dimenticare, però, che siamo una neopromossa e che 41 punti in 34 giornate sono davvero tanti. Non mi sembra poco. Il mio sogno? Come ogni giocatore, mi piacerebbe andare in Nazionale. Io di sognare non ho mai smesso".