Ancora insieme. Come era logico ma non scontato attendersi, sin da quel giorno in cui Daniele, l'altro Daniele, quello con la numero cinque, salutò tra le lacrime il popolo adorante ai suoi piedi.
Dessena non ha mai preteso di essere Conti. Il numero di maglia lo indossa sin dai tempi di Parma, ma qui in rossoblù sembra quasi una dichiarazione di umiltà: numero quattro, uno in meno di quell'altro, come ad ammettere un inseguimento che non tenta sorpassi né tamponamenti.
Eppure la scelta è la stessa, non sono sardo ma resto in Sardegna, perché si può essere a casa anche quando la propria terra originaria dista un mare. La firma sul contratto è stata solo una formalità, un atto dovuto e voluto per chi ha deciso di svestire da tempo i panni del calciatore per indossare quelli della bandiera.
Daniele al Cagliari a vita, un refrain già sentito, un dolce dejavu che richiama vecchi bei momenti. Ancora lì, ancora a centrocampo, come quell'altro, il gladiatore di Nettuno. E ancora per due anni, almeno due anni, perché ieri capitan Dessena ha rinnovato sino al 2019, dichiarazione di intenti quasi a volersi giurare amore eterno.
Altri due anni di lotte in mezzo al campo, di sangue e sudore versato per la maglia, nuove battaglie pronte ad aggiungersi alle già compiute 159 sotto insegne rossoblù. Inseguendo quell'altro, l'inarrivabile.